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La lotta sumo

La lotta sumo è un’arte antichissima ed è oggiogiorno uno degli sport più popolari e rappresentativi del Giappone, che desta simpatie e passioni tra i praticanti di ogni scuola o Sumotori (lottatori).

La vita dei Sumutori (lottatori di Sumo) non è facile, l’allenamento è continuo e con un regime alimentare specifico.

Storicamente, pare che il Sumo sia nato da un’unione con il il Ju-jitsu o arte della flessibilità; nel combattimento fra Nomi-No-Sukune e Touma-No-Kehaya di fronte all’imperatore, il primo calpestò quest’ultimo tanto violentemente da causarne la morte; questo combattimento è raccontato nel libro Nihon syoki, scritto nel secolo VIII dopo Cristo, a partire da allora si separarono il Sumo e il Ju-jutsu e i combattimenti fra Sumutori furono regolamentati nell’epoca Edo.

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Nell’epoca Heian (dal VIII al XII secolo), ogni anno nel palazzo dell’imperatore si disputavano acclamatissimi tornei di Sumo. Attualmente, da quattro tornei annuali si è passati a realizzarne sei, della durata di quindici giorni, che attraggono in egual misura giovani e anziani dell’uno e dell’altro sesso da tutto il paese.

Tecnicamente i due avversari cercano di abbattersi a vicenda, obbligando il rivale a toccare il suolo con una qualsiasi parte del corpo che non siano le piante dei piedi, o meglio di buttarlo fuori dal cerchio nel quale si realizza il combattimento. Tutto questo con la supervisione di un unico arbitro, coadiuvato da due gruppi di giudici, uno per ogni squadra.

Dopo la cerimonia della presentazione dei lottatori, a due a due, essi incominciano ad affrontarsi dopo aver eseguito il rito di purificazione, lanciando del sale in aria.

Ci sono tecniche di atterramento che cominciano con l’agganciare la cintura che è l’unico capo di vestiario che indossano all’altezza delle anche; ma se il combattimento cominicia da una posizione di Shiko-dachi molto bassa, con i pugni appoggiati al suolo, si lanciano uno contro l’altro e con la tecnica di Horite, somigliante in parte alla tecnica di Shotei del Karate, cercano di atterrare o di salire letteralmente sopra l’avversario; in entrambi i modi si può ottenere la vittoria.

GRADI O CATEGORIE NELL’ARTE DEL SUMO

YONO KUCHI: entra come servitore nella scuola per impararne le norme.
YU RYO: tre anni più tardi acconcia i capelli dei superiori di grado e continua il suo apprendimento.
MAE-GASHIRA: ha a suo carico due Yono-kuchi e possiede un parrucchiere, può portare un costume con il suo nome regalatogli dal suo protettore.
SEKI-WAKE: con gli stessi privilegi, ma con una maggiore paga e categoria sociale.
OOZEKI: attualmente possono esserlo solo quattro persone in tutto il Giappone e la categoria non è fissa, poiché se un lottatore perde due stagioni torna a Seki-wake.
YOKO-ZUNA: solo quattro persone in tutto il Giappone; se il lottatore perde con frequenza non perde la categoria, però dovrà ritirarsi.

In ogni gara ci sono tre tipi di premi: il primo al campione, il secondo al più tencico e il terzo ai casi speciali, quali per esempio: abbattere un avversario di categoria superiore o vincere due o tre avversari della stessa categoria. La vita dei Sumutori è dura e l’allenamento è continuo, con un regime alimentare speciale.

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