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Il Ninjutsu

Presso il popolo giapponese ed in seguito in tutto il mondo, si diffusero strane leggende su alcuni uomini e donne che per necessità o professione resero il Giappone la culla dello spionaggio, in tutte le sue forme: informazione, controinformazione e sabotaggio.

Oggi si dice che i Ninja preparassero le spie e gli agenti segreti giapponesi durante la seconda guerra mondiale in quanto maestri di spionaggio e sabotaggio militare

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Questi misteriosi personaggi sono i Ninja, i quali venivano allenati fin da bambini, molto duramente dal punto di vista sia fisico che mentale, a creare un tal clima di preoccupazione e di terrore nel nemico che nessun signore o Daimio poteva permettersi di non tenerli al suo servizio, sia in tempo di guerra che di pace, sia come guardie del corpo che per la difesa del territorio.

       

L’arte dello spionaggio sembra sia stata trattata per la prima volta per iscritto nel testo cinese di “Sun Tzu”. Fu introdotta in Giappone verso l’inizio del sesto secolo d.C. dal principe reggente Sotoku, che impiegò agenti segreti prevalentemente per questioni di tipo politico-civile, per riuscire a conoscere la verità fra due parti in lotta.

Per cinquecento anni l’arte del Ninjutsu si sviluppò in genere attraverso gli Yama-bushi o “guerrieri della montagna”. Più tardi si arricchisce di una nuova scienza: il Myodo (arte divinatoria e scienza astrologica) che consente un ulteriore passo in avanti. Nel 1185 il clan Genyi, rivale dello Heiki, intrattiene rapporti con gli Yama-Bushi, introduce il Ninjutsu fra i suoi Bushi o Samurai per difendersi dal nemico Heiki e rendere sicure le frontiere.

A metà del periodo Heian, il Ninjutsu raggiunge il perfezionamento, le forme con le quali è giunto alla nostra conoscenza. A Higa (attuale prefettura di Mie) e sotto il dominio del clan Hattori, i cui membri erano Ninja per apprendimento tramite Yama-bushi e asceti, viene fondata la scuola Higa di Ninjutsu; si distinse il famoso Hansho Hattori che fu spia militare di Togukawa. Dal 1200 al 1336, l’epoca d’oro dell’arte, e per i quattro secoli successivi, l’arte dello spionaggio si sviluppa in due scuole: scuola Higa di Ninjutsu, che dipende di clan Hattori; scuola Koga di Ninjutsu che nasce da più di cinquanta famiglie di Ninja nella provincia al nord di Edo (Tokio).

Un’altra ancora viene fondata dal maestro Eishchiro Okuse, nel secolo XVII. Nel periodo Tokugawa i Ninja entrano nella polizia e agiscono a volte come agenti segreti; la pratica dell’arte viene poi proibita con pena di morte. Con l’unificazione del Giappone l’arte decade, anche se i Ninja agiscono come poliziotti o agenti segreti ufficiali del governo giapponese; alcuni di questi misteriosi personaggi divenatano nobili, soprattutto i dirigenti dei clan. Nell’epoca moderna, si dice che alcuni Ninja preparassero gli agenti segreti e le spie durante e prima della seconda guerra mondiale, e che agissero come specialisti per l’esercito e l’armata e nel servizio segreto giapponese di quell’epoca.

Erano preparati mentalmente all’uso di una particolare interpretazione dei cinque principi: cielo, terra, acqua, legno, metallo, che in un circolo chiuso si vincono l’un con l’altro e rappresentano modi per affrontare le necessità. Fisicamente l’allenamento iniziava molto presto, quasi quando il bambino cominciava a camminare, e per tutta la vita; era un sistema spartano, duro, controllato da vicino e ampio nella sua formazione

L’allenamento mentale era totale per consentire all’allievo di sopravvivere o di conservare il segreto dell’arte e della missione qualora fosse stato catturato e sottoposto a torture, o di rimanere a lungo immobile o in difficili posizioni, a temperature estreme o in enormi difficoltà (per esempio, restare per un’intera giornata sott’acqua, respirando mediante una cannuccia).

Tecnicamente lo studio dell’arte consentiva di diventare specialisti nelle comuni armi dell’epoca, ma con usi e applicazioni particolari, e specialisti nelle armi e negli attrezzi specifici delle varie professioni. Ad esempio, l’arco dei Ninja diventava piccolo, portatile, dissimulabile, pieghevole, per il lancio di frecce esplosive, incendiarie o avvelenate.

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