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Lancio del disco

Se si è bravi a tirare lontano una palla da tennis, forse si sarà bravi anche a scagliare il giavellotto, ma non è detto che si sia bravi a lanciare il disco.

Mentre un buon lancio di giavellotto dipende da un braccio molto veloce e dalla capactià di trasformare lo slancio in avanti in velocità di tiro dell’attrezzo, l’abilità nel disco dipende dalla capacità di sfruttare bene il movimento rotatorio rimanendo confinati in un piccolo spazio circolare.

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I record mondiali sono vecchi: nella categoria maschile dei dischi di 2 kg i 74,08 m raggiunti da Juergen Schult nel 1986, e per la categoria femminile del disco da 1 kg i 76,8 m realizzati da Gabriele Reinsch nel 1988. Entrambi gli atelti erano dell’ex Germania Orientale e le loro performance da allora non sono state migliorate.

Lanciare un disco non è come lanciare un frisbee!

Il lanciatore è costretto a restare dentro un cerchio di cemento di due metri e mezzo di diametro e deve tirare il disco entro un arco di sicurezza di 34,9°. La tecnica ottimale messa a punto nel corso delgi anni è di fare una rapida rotazione prima di lasciar partire il disco secondo un angolo di 30-40° rispetto a terra.

Come avrete notato , i lanciatori hanno una prima fase di rincorsa in cui oscillano avanti e indietro, poi, se sono destrimani, girano in senso antiorario, accelerando al massimo la velocità nel momento in cui, con il braccio completamente teso avanti, lasciano partire l’oggetto, al quale imprimono con l’indice e il medio un leggero moto rotatorio in senso orario.

Per questa tecnica occorre moltissimo allenamento, e i campioni di lancio del disco in genere non sono tanto giovani e si sono fatti una grande esperienza nello sfruttare al meglio la direzione del vento, l’angolo di partenza e la distribuzione del peso del disco.

Particolare notevole, il grande discobolo americano Al Oerter vinse il lancio del disco maschile alle Olimpiadi del 1956, 1960, 1964 e 1968, anche se non fu mai il favorito in nessuna delle quattro occasioni. Con il passare degli anni, gli olimpionici suoi rivali finirono per essere sempre più innervositi dalla sua presenza.

Facendo un giro e mezzo intorno a se stesso, il discobolo accelera il disco per una distanza che è all’incirca pari a una circonferenza e mezzo del cerchio da cui lancia, ossia 1,5xπx2, 5 m=11,8 m, e lo lancia a V=25m/s. L’accelerazione centripeta necessaria a sostenere la rotazione in tondo a questa velocità è V²/R, dove R=1 m è la lunghezza del braccio, ed è quindi 625 m/s² o 63,8 g.

Il detentore del record mondiale pesa 110 kg, sicché la forza che si esercita sul suo braccio è oltre la metà del peso corporeo. Ecco perché bisogna essere così forti per lanciare il disco lontano.

Una volta che è stato lanciato, il disco si comporta come l’ala di un aereo senza motore: viene rallentato dall’aria che sposta mentre si muove. La resistenza dell’aria e la spinta aerostatica sono entrambe proporzionali alla densità dell’aria, l’area della sezione trasversale del disco nella direzione del moto (circa 0,04 m²) e il quadrato della sua velocità rispetto all’aria. La spinta aerostatica è maggiore della resistenza quando l’angolo di incidenza del disco relativamente all’aria è piccolo.

L’influenza del vento è insolita

Siamo abituati al fatto che il vento contrario abbia un effetto negativo sul momento di velocisti e di ciclisti, ma esso è sovente assai vantaggioso per i dicoboli. Quando domina sulla resistenza dell’aria, la spinta aerostatica diventa più grande con il vento contrario, perché è proporzionale a (V del disco – V del vento)² e quindi è molto maggiore con il vento contrario (V del vento negativa) che con il vento favorevole (V del vento positiva). Da studi dettagliati risulta che la situazione ottimale è lanciare il disco con un vento contrario di 10 m/s; in questo caso si guadagnano circa quattro metri nella lunghezza di lancio rispetto a quelli che si sarebbero ottenuti se si fosse lanciato l’attrezzo in assenza di vento.

Un vento favorevole di 10 m/s, invece, riduce di circa due metri la lunghezza del lancio.

La foto a fianco mostra gli effetti previsti e fa supporre che un vento favorevole di 7,5 m/s rappresenti lo scenario peggiore. Parliamo di venti molto forti, che annullerebbero per esempio la validità delle gare di corsa veloce, dove, come sappiamo, ai fini di stabilire un record il massimo vento favorevole permesso è di 2 m/s.

È strano che questi sensibili effetti del vento non siano presi in considerazione quando si elabora la classifica dei record del disco: essi sono spesso più importanti dei venti favorevoli ritenuti illeciti nella corsa veloce e nel salto.

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