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Speleologia

Nonostante le caverne siano state da sempre oggetto di esplorazioni, è solo a partire dal Seicento che la speleologia si è trasformata in un’attività praticata dagli studiosi naturalisti ai fini della ricerca scientifica.

Una sua più ampia diffusione, unita a una maggiore sistematicità, si raggiunse però solo nell’Ottocento, grazie all’organizzazione di grandi spedizioni in Europa meridionale e in America, mentre agli ultimi decenni del Novecento si deve la sua trasformazione in pratica sportiva.

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L’attività speleologica è organizzata dalla  Società Speleologica Italiana (SSI), fondata nel 1903, oltre che dal Club Alpino Italiano.

L’attività consiste nel discendere in caverne e cunicoli utilizzando le tecniche proprie dell’alpinismo e, in presenza di risorgive e sifoni, quelle di subacquea derivanti dalle immersioni con autorespiratore.

L’esplorazione delle cavità naturali può essere praticata a puro scopo escursionistico o implicare uno studio geologico e topologico dell’ambiente; competizioni a tempo vengono anche svolte su percorsi speleologici.

L’attività viene praticata in tutte le stagioni, soprattutto nelle zone montane dove si concentra la maggior parte delle grotte.

È adatta ai più giovani?

Ricordate che la pratica della speleologia necessita di grande raziocinio e maturità; e solamente se praticata a bassi livelli non richiede particolari doti fisiche.

I giovani possono essere avviati a questa disciplina già dai 7-8 anni di età, su percorsi facili e sotto la guida di un adulto esperto; una pratica più impegnativa è indicata a partire dai 16 anni.

Numerose associazioni organizzano corsi di vario livello, in genere articolati in sedute infrasettimanali di teoria e uscite pratiche nei fine settimana.

La speleologia, un’attività orienta alla scoperta

Questa è un’attività molto simile all’alpinismo benché meno estremo e orientato alla scoperta più che al superamento delle difficoltà. Richiede un ottimo stato di salute e un fisico asciutto per camminare, arrampicare agevolmente e passare in strette fenditure.

Preparazione atletica per lo speleologo

Come si deve preparare uno sportivo speleologo?

Si consiglia di allenarsi con corsa o salita-discesa di scale medio-veloce e prolungata

Una o due ore ripetuta su 1000-3000 metri.

Ci si può allenare proficuamente anche con allenamento a circuito tipo Circuit Rowing.

Corsa a scatti ripetuti su distanze brevi.

Ripetute su 50-200 m

Burepee Box jump Over è un ottimo esercizio, oppure Lateral Jump – sono balzi massimali laterali (5 serie da 10 ripetizioni)

Esercizi generali di tono muscolare (addominali e lombari, piegamenti sulle braccia, trazioni alla sbarra e sospensioni con le dita su sporgenze).

Lo stretching aiuta a prevenire fastidi tendinei e articolari, specialmente a schiena e ginocchia.

Rischi e Benefici nella pratica della speleologia

Benefici nella pratica della speleologia?

Sicuramente ingloba i benefici che si possono avere con l’alpinismo con meno rischi, aggiunge quelli derivanti da un ambiente in cui l’aria umida e sterile è di grande aiuto nella cura di malattie polmonari e allergie.

I rischi principali sono le contusioni da caduta di sassi o scivolate, e lo smarrimento del percorso corretto con conseguente permanenza in ambienti freddi e umidi.

In caso di particolare avventatezza e inesperienza, si può incorrere in cadute più gravi con possibili fratture ossee.

Il rischio di restare isolati, a causa dell’innalzamento dei livelli delle acque nei punti di passaggio, è sempre presente, specialmente se non si sono valutate con precisione le previsioni meteorologiche. Altri inconvenienti di tipo muscolo-tendineo sono simili a quelli dell’alpinismo.

Alimentazione e Speleologia

Prima di affrontare un’escursione è consigliabile fare una buona colazione di tipo europeo (cibi dolci salati, prosciutto, formaggi, uova ecc.) con abbondanti liquidi (latte, caffè, succhi di frutta) almeno un’ora prima dell’inizio dell’attività.

O, meglio ancora, assumere il giorno precedente una grande quantità di carboidrati e zuccheri complessi, per assicurarsi una scorta di energia muscolare (glicogeno).

Ogni 15-30 minuti è utile bere, moderatamente, liquidi con un leggero apporto di zuccheri e sali minerali perché, anche in condizioni di temperatura normale, lo sforzo della salita, unito alla perdita di acqua per evaporazione dalle vie aeree- dovuto anche alla rarefazione dell’aria alle alte quote- provoca grande sudorazione.

Durante l’ascesa,  a brevi intervalli di tempo, è consigliabile nutrirsi con qualcosa di dolce (barrette energetiche, biscotti, cioccolato) per reintegrare gli zuccheri consumati mentre, nel corso della giornata, è meglio consumare solo piccoli spuntini a base di panini con salumi magri, dolciumi, frutta fresca e secca.

Tra le bevande sono senz’altro da preferire quelle analcoliche, con zuccheri e caffeina (caffè, the, cioccolata) succhi di frutta e acqua.

La caffeina, in dosi moderate, aiuta a mantenere sveglio e reattivo il sistema nervoso e facilita l’utilizzo delle riserve energetiche dei depositi di grasso; alla sera occorre ricordarsi di reintegrare gli zuccheri e l’acqua (pasta in brodo, verdure, tisane).

Un’escursione di circa otto ore può comportare un dispendio energetico variabile tra le 4000 e le 10.000 calorie.

Buon allenamento da ABC

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