Il piede è la parte del nostro corpo probabilmente più sfruttata, la cui importanza per l’intera struttura spesso è sottovalutata. Molto spesso anche i piedi delle persone più accorte e consapevoli lasciano a desiderare, costretti e maltrattati da calzature inadatte, quando invece bisognerebbe dare loro la stessa importanza a cui diamo ad altre parti del nostro corpo che erroneamente consideriamo più importanti.
Dobbiamo essere consapevoli che i piedi sono le fondamenta su cui poggia l’intera struttura del nostro corpo; devono sostenere l’intero peso corporeo, devono fungere da ammortizzatori, devono essere elastici e forti per sostenere improvvisi cambi di direzione e camminare (o correre) su superfici irregolari.
LA STRUTTURA DEL PIEDE
La loro stabilità ed elasticità sono garantite dai tre archi di cui è composto il piede:
- un arco interno, ovvero quello più evidente e conosciuto
- un arco esterno, di cui pochi di noi conoscono l’esistenza, poichè il piede in questa posizione sembra piatto
- e un arco che corre attraverso la parte anteriore del piede
L’esistenza e la funzionalità di questi tre archi viene garantita e supportata dai muscoli che sono localizzati nella parte inferiore della gamba, ovvero i muscoli della tibia e del polpaccio, che agiscono sul piede attraverso forti tendini che si diramano verso di esso.
La funzione ammortizzatrice degli archi è fondamentale per l’elasticità e la flessibilità del passo, per cui qualsiasi condizione che determini un appiattimento o un accentuazione di uno di questi o che interferisca in qualche modo con essi, può influire in misura più o meno grave sull’intera struttura del nostro corpo.
IL PIEDE PIATTO
Tutti alla nascita abbiamo i piedi piatti; è attraverso i primi movimenti di presa che si osservano comunemente in tutti i muscoli e grazie all’attività muscolare della parte inferiore della gamba che il bambino compie dapprima quando gattona ed in seguito quando cammina, che questi famosi archi cominciano a formarsi.
C’è una buona notizia; a parte rari casi di malformazione congenita i piedi piatti possono essere corretti con l’esercizio fisico.
Occorre fare attenzione, perchè anche in presenza di piedi piatti spesso il soggetto non prova dolore o fastidio a livello del piede stesso, in quanto il disagio che deriva da questa particolare conformazione tende a riversarsi in altre parti del corpo, come nelle ginocchia, nel bacino, nella parte bassa del bacino o addirittura nell’intera colonna vertebrale. In seguito, se il problema viene trascurato, il soggetto sarà privato della naturale scioltezza e libertà dei movimenti in generale, limitandolo anche in ambito sportivo.
IL PIEDE RUOTATO ALL’ESTERNO
In questo caso la punta di entrambi i piedi è ruotata verso l’esterno, e in questo caso il problema più comune non è identico a quello che si associa di solito al piede piatto. La rotazione in fuori è diffusa spesso nei ballerini a causa della loro particolare tipologia di allenamento.
Molte persone presentano gradazioni diverse di rotazione verso l’esterno in posizione eretta e ben pochi sono coloro che camminano naturalmente e spontaneamente a piedi paralleli.
Se il piede rimane permanentemente ruotato verso l’esterno i movimenti in avanti e indietro della caviglia e del ginocchio risultano ostacolati, tendendo quindi a irrigidirsi, alterando le linee le linee di forza a livello delle anche che si chiudono, irrigidendo le articolazioni della parte posteriore del bacino e creando tensione nella parte bassa della schiena.
IL PIEDE RUOTATO ALL’INTERNO
È la condizione contraria del piede valgo, e anche in questo caso le linee di forza che passano attraverso le anche risultano alterate accentuando lo stiramento delle articolazioni pelviche e creando tensioni nella parte bassa della schiena.
IL PIEDE CAVO
Il piede cavo, ovvero l’accentuazione dell’arco plantare, è una condizione piuttosto comune, anche se meno diffusa del “classico” piede piatto. Nel caso del piede cavo il piede è tendenzialmente molto rigido, e ciò può causare dolori e disturbi artritici localizzati alle ossa del piede stesso. Come per il piede piatto, il piede cavo può avere ripercussioni anche sulla struttura superiore del corpo e causare tensione e affaticamento.
COME CI PUÒ AIUTARE LO SPORT E L’ESERCIZIO FISICO
Sport ed esercizio fisico, se utilizzati con intelligenza, sono una vera e propria medicina per il nostro corpo. La volta plantare del piede del bambino si forma con la crescita, e rafforzandola praticando sport più adatti a questo tipo di problematica, può essere che si rimodelli. Ovviamente il consiglio come sempre è quello di rivolgersi ad un ortopedico pediatrico, perchè ogni caso è un caso a sè e va attentamente valutato.
In ogni caso, in presenza di piedi piatti, gli sport più adatti sono quelli che richiedono al piede un ruolo di primo piano e quindi un alto coinvolgimento a piedi scalzi, come la danza o le arti marziali. Meglio evitare sport dove il piede rimane appiattito, come per esempio lo sci o il pattinaggio.
Un pò più complicato il problema del piede cavo o ruotato in fuori, dove il primo intervento dovrebbe essere quello di indossare scarpe adatte alle condizioni del proprio piede, in modo tale da garantire una corretta distribuzione del peso e migliorare l’intera postura del proprio corpo.
Dal piede infatti si condiziona l’intero asseto del corpo, e per evitare di avere in un futuro neanche tanto lontano problemi alle ginocchia o peggio ancora alla colonna vertebrale, con interessamento anche a carico di muscoli, quando il problema è accentuato, sarebbe bene procurarsi particolari scarpe e plantari prima di praticare qualsiasi tipo di sport o comunque prima di effettuare un qualsiasi gesto atletico.
Per il piede ruotato in fuori, oltre all’utilizzo di plantari, si possono eseguire esercizi specifici come per esempio camminare sulla sabbia o appoggiarsi in maniera alternata sulle punte, sui talloni o sulla parte esterna del piede. In ogni caso sono utili sedute di fisioterapia e di ginnastica correttiva, dove il soggetto viene seguito passo passo da uno specialista.
Molto utili sono anche specifici esercizi di stretching e potenziamento dei muscoli degli arti inferiori, per garantire una sorta di protezione a 360° delle strutture muscolo tendinee maggiormente interessate. Nei casi più gravi (quasi sempre in età adulta), si può optare per l’intervento chirurgico.
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