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Arthur Antunes Coimbra “ZICO”

Arthur Antunes Coimbra, meglio conosciuto come Zico, è un allenatore ed ex calciatore professionista brasiliano di ruolo trequartista, ovvero il classico numero 10 alla Maradona e Platini. È stato rinominato il “Pelé bianco”, in quanto è considerato uno dei più grandi registi che abbia mai giocato oltre ad essere anche uno specialista delle punizioni ove i palloni venivano indirizzati con una facilità disarmante negli angoli alti delle porte avversarie.

Zico è stato inserito nella lista di Pelé come uno dei 125 più grandi calciatori viventi. Pelé ha anche detto su Zico le testuali parole: “nel corso degli anni, dopo il mio ritiro, il un giocatore che si è avvicinato più a me è stato sicuramente Zico”.

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Nato il 3 marzo 1953, a Rio de Janeiro, Zico è cresciuto in una famiglia borghese, con lo stesso sogno di molti giovani brasiliani ovvero diventare un calciatore professionista.

Zico da ragazzo non era fisicamente molto forte, così ha dovuto intraprendere un programma di sviluppo muscolare per essere competitivo nel calcio professionistico.

Il Debutto di Zico nel Flamengo

Zico ha fatto il suo debutto con la squadra senior del Flamengo nel 1971, dopo aver giocato 116 partite con la primavera, segnando 81 volte.

Durante il suo periodo al Flamengo, è diventato uno dei protagonisti principali, portando la squadra a vincere molti titoli, tra cui :

  • quattro titoli nazionali
  • la Coppa Libertadores
  • la Coppa Intercontinentale

Egli divenne noto in tutto il mondo per i suoi gol, assist, per la sua visione di gioco ed in particolare per la sua capacità di tirare i calci di punizione.

L’arrivo in Italia all’Udinese

Dopo 12 anni di successo con il Flamengo, Zico aveva ricevuto diverse offerte da club europei di un certo prestigio come la Roma ed il Milan, ma invece ha optato per una squadra provinciale come l’Udinese.

Grazie a Zico l’Udinese fece dei buonissimi campionati anche se non riuscì mai a vincere il titolo nazionale, tuttavia, nel campionato 1983-1984, Zico segnò ben 19 gol , solo uno in meno rispetto al capocannoniere Michel Platini della Juventus, che aveva però giocato sei partite in più.

La stagione seguente, che è stata anche l’ultima in Italia ha visto Zico afflitto da problemi ed infortuni. Riuscì a giocare solo 15 partite.

Il Ritorno in Brasile

Zico poi tornò nel Flamengo nel 1985, dove però venne gravemente ferito da una violenta entrata da parte del difensore Bangu Marcio Nunes. Dopo recuperò e giocò la sua ultima partita ufficiale per il Flamengo, nel dicembre del 1989, in una vittoria per 5-0 contro l’accerrimo nemico Fluminese.

Giocò in totale per 731 volte con il club ed è il secondo giocatore con il maggior numero di presenze con il Flamengo. Con i suoi 508 gol , è il capocannoniere di tutti i tempi del Flamengo. Concluse poi la carriera in Giappone a 41 anni nel 1994.

Nazionale Brasiliana

Zico ha giocato per la  nazionale brasiliana dal 1976 al 1988. Viene spesso indicato come il miglior calciatore brasiliano che non abbia alzato la Coppa del Mondo

Nella Coppa del Mondo del 1982 Zico faceva parte di quello che molti chiamano il miglior Brasile di tutti i tempi, che vantava tutti i più grandi giocatori del momento, come Falcao, Socrates, Cerezo, Eder e Junior.

Zico ha giocato in tre Coppe del Mondo:

  • 1978 in Argentina a 25 anni
  • 1982 in Spagna a 29 anni
  • 1986 in Mexico a 33 anni

Ha segnato 52 gol in 72 presenze.

ll 27 marzo 1989 allo Stadio Friuli di Udine viene disputata la gara d’addio di Zico alla Nazionale brasiliana, con un Brasile-Resto del Mondo che termina 1-2 con reti di Dunga, Enzo Francescoli e Lajos Détári.

Il ZICO allenatore

Ritirandosi dalle competizioni nel 1994, dal 20 agosto 1999 al 31 dicembre 1999 allena i Kashima Antlers, portati, al di là di ogni pronostico, fino al secondo posto nel campionato giapponese.

Dal 1º luglio 2002 al 1º luglio 2006 assume la guida della nazionale di calcio giapponese, che conduce ad una brillante vittoria nella Coppa d’Asia 2004 e poi alla qualificazione ai Mondiali 2006. Qui la sua selezione ottiene scarsi risultati (1 punto nello 0-0 contro la Croazia) ed è stata eliminata al primo turno. 

Ora allena squadre di club. 

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