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La flessibilità è Utile Nelle Arti Marziali?

La flessibilità è Utile Nelle Arti Marziali?

La flessibilità è utile nelle arti marziali? E nella difesa personale quanto conta essere flessibili?

Quando immaginiamo un praticante di arti marziali ci immaginiamo uno stereotipo dell’uomo forte, flessibile e potente. 

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Ma è davvero così determinante essere flessibili come una ballerina?

Negli sport da combattimento è di sicuro utile per una buona riuscita dei calci alti.

La flessibilità aumenta l’efficacia degli attacchi di gamba siccome garantisce alle gambe una maggiore portata con maggior raggio d’azione, sia in altezza (calci diretti alla zona alta) che in profondità (calci diretti a zona media e bassa).

Questa qualità è ottenibile concentrando l’allenamento nella zona dell’anca, che come già abbiamo avuto occasione di dire, è la parte del corpo che ha maggior importanza se si vuole aumentare l’elasticità degli arti inferiori.

Altro aspetto importante è la flessibilità della colonna vertebrale (praticamente del tronco), che ci darà un maggior equilibrio nei calci alti, garantendoci cosi la sicurezza e la continuità indispensabili.

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Infatti una posizione rigida del tronco nell’esecuzione dei calci ne riduce immediatamente l’efficacia.


Per quanto detto finora possiamo paragonare la flessibilità nel colpire delle arti marziali con la lunghezza di un arma bianca: una spada è sempre avvantaggiata rispetto ad un coltello.


Chi non sviluppa la flessibilità può lavorare solo su distanze brevi e a volte medie, e questo riduce le sue possibilità e risparmia al suo avversario attacchi elevati o profondi, concentrando la sua difesa su attacchi di percorso breve.

Altro inconveniente è il pericolo di lesioni muscolari e tendiniti, e l’obbligo di avvicinarsi molto all’avversario anche con calci bassi (con il grosso rischio che questo presuppone).

Se aggiungiamo che la flessibilità è un fattore indispensabile per rendere agili tutti i nostri movimenti e che oggi è considerata una qualità fisica fondamentale o basilare, dovremo prestarle, nell’allenamento, l’attenzione che merita.

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La flessibilità, in sostanza, può essere definita come la capacità di realizzare ampi spostamenti articolari.

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É il risultato ottenuto con la mobilità delle articolazioni, l’elasticità e la forza muscolare. 

Possiamo dividere la flessibilità in due grandi gruppi:
flessibilità locale, che riguarda una particolare articolazione
e la flessibilità generale, che riguarda tutte le articolazioni.
Il fatto di riuscire a sviluppare o meno questa dipende de molti fattori, come

  • l’ereditarietà
  • il sesso
  • l’età
  • la temperatura dell’ambiente
  • la fatica
  • il lavoro abituale
  • il rilassamento
  • l’ora del giorno in cui si lavora.

COME SVILUPPARE LA FLESSIBILITA’


1. Fase preparatoria delle articolazioni (ginnastica). Riscalda i legamenti articolari e lubrifica le articolazioni in generale.
Questa fase dovrebbe essere attentamente seguita dal maestro
2. Sviluppo specifico. Richiede la massima ampiezza dei movimenti eseguiti, tramite l’elasticità muscolare.
3. Mantenimento.  Il Mantenimento avviene grazie a un costante allenamento che consiste in slanciamenti, balzi, pressioni movimenti mantenuti e loro combinazioni.
Questa fase richiede spesso l’esercitazione in coppia.

Predisposizione alla flessibilità

La flessibilità ha alcuni limiti ossei che sono immodificabili e dipendono dall’ereditarietà, e altri limiti dei legamenti e delle capsule articolari che sono modificabili con l’allenamento; il loro adattamento e il primo obiettivo per lo sviluppo di questa qualità.

Nell’allenare la flessibilità non bisogna assolutamente strafare poiché è molto facile, con un cattivo allenamento forzato, procurarsi fastidiose lesioni.
E un cattivo allenamento è il pericolo cui va incontro il principiante presuntuoso, che ritiene di poter fare a meno dei consigli di un esperto.


La flessibilità è utile nella difesa personale e cioè quindi nel COMBATTIMENTO REALE?

Se aveste occasione di osservare una reale aggressione, come ad esempio in un video di una telecamera di sorveglianza vi accorgereste che 95 azioni su 100 avvengono sulla corta, o addiruttura brevissima distanza.

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È determinante il fattore sorpresa, i riflessi, la preparazione rituale dei momenti prima del combattimento ma non la flessibitlà articolare per avere la possibilità di sferrare calci alti e spettacolari.

Secondo voi cosa importa in questi casi essere flessibili?

Praticamente nulla. Conviene essere preparati atleticamente, quello sì ma la flessibilità è una caratteristica piuttosto marginale, ottima per la salute ma pur sempre marginale.

La flessibilità quindi è utile negli sport da combattimento ma non applicata nella difesa personale, è solamente una caratteristica utile agli eroi nei film, nelle azioni di combattimento di Chuck Norris, ma non in un combattimento nei corridoi della metropolitana.

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