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Stretching e prevenzione degli infortuni da sport

L’importanza dello stretching nella prevenzione degli infortuni da sport.

Lo stretching, ovvero l’allungamento passivo dei tessuti molli auto-indotto dal paziente stesso o indotto esternamente dal terapista, viene indicato tradizionalmente come terapia per la riduzione del rischio di stiramenti e come modalità di trattamento post-infortunio agli stessi muscoli. Ma in realtà la sua funzione è molto più ampia.
Cominciamo col dire che lo stretching ha un impatto sui tessuti molli contrattili (muscoli) e non contrattili. Le unità non contrattili sono i tendini, i legamenti, le capsule articolari e la fascia (parte costituente il sostegno strutturale dei muscoli) e tutte consistono in fibre di collagene ed elastina. Un prolungato stiramento del collagene fino al limite di elasticità conduce al tessuto un allungamento dovuto alla deformazione permanente dei tessuti, riducendo il rischio di rottura degli stessi.

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Le indicazioni per lo stretching sono numerose:

  • Aumentare il ROM (range of mevement) delle articolazioni e dei tessuti molli
  • Ridurre il rischio di rottura dell’unità muscolo-tendinea
  • Prevenire le contratture e l’accorciamento adattivo
  • Combattere gli effetti dell’ immobilizzazione prolungata
  • Aumentare la flessibilità in modo da ridurre le sollecitazioni sulle articolazioni e sui tessuti circostanti

Linee guida e precauzioni:

  • Si ottengono risultati migliori se prima dello stretching si riscalda il muscolo trattato
  • Per aumentare la flessibilità, il muscolo deve essere allungato oltre il suo ROM elastico, ma non fino al punto di provocare dolore
  • Evitare lo stiramento dei legamenti e capsule che circondano le articolazioni stirando oltre il limite fisiologico articolare
  • L’allungamento balistico (vedi sotto) dovrebbe essere fatto solo da pazienti che sono già flessibili
  • Lo stretching dovrebbe essere eseguito almeno 3 volte a settimana
  • Prestare attenzione ai pazienti più anziani perché il loro collagene ha perso parte della sua elasticità; inoltre hanno un ridotto apporto di sangue capillare, fattora che allunga i tempi di rigenerazione tissutale.

Metodi di stretching:

 

1) Stretching statico: allungare il muscolo fino al punto di tensione/disagio e mantenere in quel punto per un periodo di tempo prolungato; tra 5 e 60 secondi (ottimale è tra 15 e 30 secondi).

Vantaggi: carico prolungato basso, può meglio facilitare un cambiamento duraturo nel ROM, produce un minimo indolenzimento muscolare, versatile in qualunque situazione sportiva, ottimo per il post-gara.

Svantaggi: meno in grado di superare i limiti della estensibilità del tessuto.

2) Stretching balistico o dinamico: si effettua attraverso un’azione di movimenti ripetitivi, segmentari o complessi, applicato al singolo muscolo o alla catena cinetica da allungare. Il gruppo muscolare antagonista del muscolo che deve essere allungato avvia il movimento.

Vantaggi: Si tratta di una tecnica efficace per gli atleti, migliora l’attivazione muscolare, utile per il pre-gara.

Svantaggi: Se Mal eseguito, può indurre una maggiore probabilità di dolori muscolari e lesioni, l’utilizzo di una forza incontrollata ed errate tempistiche di progressione possono provocare lesioni e DOMS (dolore del giorno dopo).

3) Hold- Relax (HR):

Passivamente spostare l’arto fino alla fine della sensazione piacevole

6-10 sec di contrazione isometrica (senza spostamento delle articolazioni) sub-massimale del muscolo da allungare contro resistenza del terapista

contrazione concentrica del muscolo antagonista a quello da allungare combinato con una leggera pressione dal terapista sul muscolo allungato per 5-10 sec.

Vantaggi: ideale per le retrazioni tissutali e articolari, permette un allungamento controllato molto più efficace e rapido, ottimo per i recuperi post-infortunio.

Svantaggi: richiede la presenza di un terapista esperto e ottima collaborazione da parte del paziente/atleta.

4) Contract Relax (CR):

Passivamente spostare l’arto fino alla fine della sensazione piacevole

6-10 sec di contrazione isometrica (senza spostamento delle articolazioni) sub-massimale del muscolo da allungare contro resistenza del terapista

Il muscolo si rilassa e viene mosso passivamente per 5- 10 secondi dal terapista

Vantaggi: da abbinare all’HR per le retrazioni tissutali e articolari, permette un allungamento controllato molto più efficace e rapido, ottimo per i recuperi post-infortunio.

Svantaggi: richiede la presenza di un terapista esperto

 

Controindicazioni allo stretching:

Non allungare se

  • Le articolazioni mobilizzate sono acutamente infiammate o infette
  • i pazienti presentano lassità o ipermobilità articolare

Attrezzature necessarie: Raramente sono necessari asciugamani o cinghie per fissare o posizionare una parte del corpo.

Dott. Filippo Zanella  – Docente di Terapia Manuale – www.studiozanellafisioterapia.com
Dott. Giovanni Carrossa, Fisioterapista

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