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Il Maestro ed i 7 Principi del Bushido

Cosa rende il maestro di aikido, o di una disciplina marziale in genere, degno di essere considerato tale?

Ricercando una prima risposta tra le 7 virtù del guerriero avremmo già 7 risposte

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1 GI: Onestà e giustizia… nei confronti degli altri

2 REI: Rispetto … naturalmente presente del suo modo di essere

3 YU: Coraggio … di vivere pienamente ed affrontare la vita

4 MEIYO: Onore … come risultato della correttezza delle sue azioni

5 JIN: Compassione … la cura e l’attenzione che presta ad ogni singolo allievo attraverso l’allenamento duro e intenso.

6 MAKOTO: Onestà, sincerità … nelle parole, coerenza nei fatti

7 CHU: Lealtà … verso le persone che lo seguono

Queste ultime due sono virtù molto spiccate nel maestro, non è raro infatti che egli possa risultare severo o duro in quanto incapace di compiacere, e non potrebbe essere diverso, conformemente ad ognuna delle virtù sopra elencate … le virtù del bushido; ma per fare del guerriero un maestro bisognerebbe aggiungerne un’ottava o per meglio dire la prima, quella determinante: la passione!

Il maestro ha una passione per l’arte che insegna tale da riuscire a trasmetterla in maniera tangibile ed entusiasmante ai suoi allievi, una passione e una dedizione così predominante da trascurare l’aspetto economico, privilegiando il beneficio che può apportare ai suoi allievi,anche a costo di rinunce personali che non molti sarebbero disposti a fare.

Parlo di questo maestro, quello che suscita il rispetto dei suoi allievi che lo stimano, un maestro che riesce spontaneamente ad instaurare un legame con i suoi allievi, non attraverso le parole ma attraverso le innumerevoli ore passate insieme sul tatami parlando il meno possibile, lavorando intensamente, con immutabile entusiasmo e rispetto, sul tatami la forza interiore del maestro incontra il desiderio di crescita dei suoi allievi.

Attraverso la pratica il maestro arriva a conoscere tutti, più di quanto si possa immaginare, di ognuno conosce il modo di esprimere la propria personalità, individua esattamente il grado di apprendimento raggiunto e ne segue i progressi; come un tutor ha la stessa attenzione per tutti, corregge gli errori e aiuta a superare le varie difficoltà, non gli sfugge nulla …. persino quando pensiamo che non ci stia osservando ci sorprende correggendoci. E per tutto il nostro percorso ci sentiamo “radiografati” ed è forse anche per questo che si guadagna la nostra considerazione.

Il maestro non può fare a meno di trasmettere la propria competenza, l’insegnamento è l’evoluzione naturale della padronanza pratica, teorica e spirituale raggiunta, senza trascurare le difficoltà che man mano deve affrontare in questo suo ruolo, ad un certo punto della sua crescita troviamo questo praticante davanti alla porta del suo nuovo dojo in attesa che i primi allievi arrivino ad iscriversi.

L’aspetto più interessante è che nonostante il passare del tempo anche il maestro rimane un eterno studente, sempre alla ricerca della perfezione attraverso il miglioramento delle proprie abilità e del proprio spirito, O’ Sensei rappresenta sempre l’esempio a cui ispirarsi; probabilmente è questa la chiave di volta che rinnova il suo entusiasmo, è questo che lo rende una guida, un mentore, la figura che aggrega tanti praticanti diversi tra di loro, facendo di loro un’unica “famiglia di tatami”.

Attraverso queste considerazioni si riesce a capire meglio quella devozione a noi sconosciuta che unisce gli allievi delle scuole di arti marziali orientali al proprio maestro, e se noi non siamo fatti così, forse perché viviamo in un mondo scettico, esigente e senza incanto, poter guardare al nostro insegnante e sinceramente chiamarlo “maestro”significa che egli deve essere una persona decisamente fuori dall’ordinario, non può che esserselo meritato veramente “sul campo” attraverso il suo operato.

Dall’altro canto incontrare sul proprio cammino un vero maestro per intraprendere insieme agli altri un percorso di crescita e d’ispirazione è un privilegio solo per coloro in grado di cogliere tale opportunità.

Nadia Valeruz, IV dan DANTAI, Takemusu Aikido

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