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L’elasticità muscolare per lo sport

Il significato del termine elastico non deve essere confuso, come spesso accade, con quello di flessibile. La flessibilità del muscolo, infatti, come ampiamente trattato in altri articoli del nostro sito, si riferisce alla sua possibilità di essere allungato passivamente ed è quindi collegato alla capacità di mobilità delle articolazioni.

Gli esercizi di stretching migliorano la flessibilità e non l’elasticità!

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Quest’ultima invece, è quella capacità del muscolo che, una volta stirato durante la fase eccentrica di un movimento, consente di ritornare nella sua naturale posizione fisiologica in tempi più o meno brevi.

Il muscolo umano, quando viene allungato, immagazzina energia elastica, che poi restituisce sotto forma di lavoro meccanico nella successiva fase di spinta (la fase concentrica). Le strutture anatomiche principalmente deputate a questo stoccaggio e alla conseguente restituzione dell’energia elastica accumulata durante la fase eccentrica, e secondariamente uan porzione dei ponti acto-miosinici (quindi muscolo) per la restante parte.

Grazie alla restituzione di energia elastica si aumenta il livello iniziale di forza, relativo a circa i primi 100 millisecondi del movimento. Infatti, attraverso un prestiramento iniziale del muscolo che dovrà contrarsi è possibile sfruttare questo fenomeno. Un esempio pratico può essere fatto mettendo a confronto un movimento di squat jump con “contromovimento”: noterete senz’altro che nel secondo caso l’altezza raggiunta con il salto è maggiore.

L’energia elastica, inoltre, consente di aumentare la velocità del movimento stesso, cosa spesso visibile anche a occhio nudo. Com’è logico attendersi, quindi, un aumento della forza e della velocità del movimento comportano anche un aumento della potenza. Pertanto, possiamo tranquillamente affermare che avere una buona elasticità muscolare comporta un cospicuo aumento di produzione di forza, velocità e potenza, soprattutto nella parte iniziale del movimento.

Allenare il complesso muscolo-tendineo a essere elastico significa, quindi, metterlo nelle condizioni di poter enfatizzare la restituzione di forza, velocità e potenza, soprattutto nella prima parte del movimento. Possiamo cercare, infine, di indicare una serie di punti pratici essenziali nell’allenamento dell’elasticità.

  • Minimizzare il momento di passaggio tra la fase eccentrica e quella concentrica.
  • Porre particolarmente attenzione nell’enfatizzare la prima parte del movimento concentrico, dato che è circa nel primo terzo di movimento che avviene la maggior restituzione di energia elastica.
  • Nel caso in cui si scegliessero delle esercitazioni con sovraccarico, da svolgersi su macchine isotoniche, come per esempio su pressa, la scelta del carico da utilizzare deve essere compresa tra il 30-35% 1RM, considerato ideale per enfatizzare le possibilità di accumulo e restituzione id energia elastica da parte del complesso muscolo-tendineo.

Oltre a questo ruolo d’incremento della produzione di forza, velocità e potenza, questa capacità motoria svolge anche un ruolo di tipo protettivo nei confronti delle strutture articolari e periarticolari, in caso di brusche e repentine contrazioni muscolari.

La perdita delle caratteristiche elastiche muscolari esporrebbe infatti l’atleta a un maggior rischio di lesioni, in caso di eventi di tipo traumatico, soprattutto nel corso della fase eccentrica del movimento. Analogamente, una lesione articolare o legamentosa che determini un periodo d’immobilizzazione forzata, un trauma muscolare, o ancor peggio tendineo, comportano una grave perdita delle caratteristiche elastiche del complesso muscolo-tendineo.

INDICAZIONI PRATICHE DI ELASTICITÀ PER IMPOSTARE GLI ESERCIZI

PARAMETRI:
CARICO COMPRESO TRA 30-35% 1RM
RIPETIZIONI 6-8
SERIE 3-6
RECUPERO TRA LE SERIE DAI 3 AI 5 MINUTI
NOTE: occorre porre particolare enfasi alla prima partew acceleraticva di spinta, perché è proprio qui che il muscolo restituisce maggiormente in termini di elasticità.

A carico naturale, corda, balzi, ostacoli e vari tipi di andature costituiscono delle ottime esercitazioni per il mantenimento o l’aumento delle caratterisiche elastiche, a patto che siano effettuate su superfici che permettano un ottimale accumulo e restituzione di elasticità. La superficie più idonea è senz’altro il tartan (o comunque materiali simili), non comunque il terreno erboso, che è una superficie anaelastica, troppo deformabile per garantire un efficace restituzione di elasticità.
Buon allenamento da ABC

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