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Corsa – Come Indirizzare i Bambini alla Vita Agonistica

Nel mondo occidentale la sedentarietà, per quello che riguarda i giovanissimi è arrivata a livelli allarmanti. L’Italia è in testa su tutti gli altri 28 paesi dell’Unione Europea per insufficienza di attività fisica tra i bambini che frequentano la scuola elementare.

La sedentarietà porta molto spesso al problema dell’obesità, con tutti i problemi che comporta quest’ultima. Un’indagine ha raccolto dei dati a livello Europeo per quello che riguarda l’obesità; dal 20,2% di obesi nel 2002 si è passati al 21,3% del 2006 e al 23,5% del 2010.

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Il problema nasce a monte.

Spesso è proprio la vita frenetica dei nostri tempi che lascia poco spazio al genitore per occuparsi della vita sportiva del proprio figlio. E molto spesso è l’ignoranza; in molti, soprattutto gli individui “anti-sportivi”, hanno ritrosie, sono convinti che sudare faccia male e che lo studio sia l’unica cosa dove il bambino si debba impegnare. Lo sport dovrebbe essere messo alla pari dello studio, ne vale la salute del bambino.

LA CORSA PER IL BAMBINO

Quale sport scegliere per il proprio figlio?

Ricordatevi che obbligare i figli a praticare lo sport che piace a voi non è la soluzione giusta. Se non piace a lui lo praticherà mal volentieri e prima o poi smetterà. Sicuramente la scelta di uno sport di gruppo può essere fortemente formativa, per il rapporto con i propri compagni e per il lavoro di squadra, ma è ottima anche la scelta di uno sport individuale, molto adatto a chi è per natura molto competitivo.

Allora perchè non indirizzarli verso la corsa.

La corsa è il gesto atletico più istintivo e naturale che ci sia. Attraverso la corsa il bambino affinerà l’equilibrio, la coordinazione e la destrezza ai fini dello sviluppo neuromotorio. Anche gli equilibri muscolari che interagiscono con lo sviluppo scheletrico sono direttamente correlati alle capacità dinamiche di tipo motorio. Per il bambino avere un muscolo tonico e reattivo significa:

  • avere una buona guida allo sviluppo osseo
  • e la garanzia di ottenere un’eccellente stabilità articolare

Praticando la corsa il bambino permette al trofismo osseo di ricevere una spinta importante, infatti la formazione delle strutture all’interno dell’osso è tanto più armonica e funzionale quanto più lo stimolo risulta adeguato.

Da ricordare c’è anche che attraverso la pratica di questa attività sportiva possono avvenire delle autocorrezioni anatomiche nel ragazzino in pieno sviluppo; come esempio possiamo prendere il ginocchio valgo, che con validi stimoli funzionali è soggetto all’autocompensazione, per mezzo di una correzione assiale anche importante.

IL PERCORSO FORMATIVO DEL FUTURO ATLETA…

La corsa è di per sé un gesto atletico che garantisce quindi al ragazzino uno sviluppo armonico del corpo per quanto riguarda muscoli e ossa, ma allo stesso tempo una specializzazione precoce può essere limitante da un punto di vista formativo, per cui:

  • per il bambino fino ai 12 anni va privilegiato l’aspetto ludico della corsa, in poche parole deve essere più un divertimento e un gioco che un vero e proprio sport a livello competitivo. C’è da tenere conto anche del fatto che fino a quest’età nel bambino c’è una fase critica dello sviluppo del nucleo di ossificazione del calcagno, fatto questo che può creare problematiche di infiammazione con possibili limitazioni funzionali.
  • quindi fino a quest’età è meglio non spingerli troppo, poi però è bene spaziare in modo più tecnico, con l’apprendimento di gesti specifici e allenamenti un pò più intensi e mirati, sotto la supervisione di un allenatore qualificato. Ma non troppo, infatti fino ai 16 anni bisogna tenere conto del fatto che l’apparato osteo-scheletrico del bambino non è ancora completamente formato, per cui una massa muscolare particolarmente robusta potrebbe creare danni all’osso, in particolare alle inserzioni tendinee
  • dai 16 anni, se il ragazzo è propenso all’agonismo si dovrà allenare con impegno e costanza, ma bisogna comunque avere un occhio di riguardo all’intensità degli allenamenti, tenendo conto che la maturazione completa dell’atleta si raggiunge intorno ai 25 anni, con l’innalzarsi di questo riferimento se stiamo parlando di attività prettamente aerobiche. Ai fini di una solida maturazione atletica del ragazzo è bene quindi articolare gli allenamenti in modo intelligente e costante.
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