Il Diario Alimentare è uno strumento largamente utilizzato nel campo della nutrizione e della gestione del peso corporeo. Viene usato da dietologi, biologi nutrizionisti, diabetologi e psicologi specializzati nella psicologia del comportamento alimentare, al fine di monitorare gli introiti calorici del proprio paziente e le sue abitudini alimentari.
Nello specifico, si tratta di un vero e proprio diario che viene consegnato al paziente, il quale ha il compito di annotare, quotidianamente, quali sono gli alimenti scelti ad ogni pasto o spuntino, la loro quantità ed altre informazioni che possono essere utili al clinico per comprendere meglio le abitudini alimentari della persona che si ha in cura. Viene usato, con pazienti obesi, in sovrappeso, portatori di patologie metaboliche, ma anche con persone che soffrono di disturbi alimentari, quali Anoressia Nervosa, Bulimia Nervosa e Binge Eating Disorder (BED).
Dopo circa una settimana, il clinico, ma anche il paziente stesso, ha la possibilità di rendersi conto di cosa la persona mangi effettivamente e in quali circostanze avvengano le eventuali “abbuffate”.
Può risultare molto noioso il dover annotare, al momento dei pasti, qualsiasi cosa venga mangiata, specificando quantità di cibo, metodo di cottura, luogo in cui si è consumato ecc.. Anche io ho avuto modo di utilizzarlo per un breve periodo di tempo e posso confermare che il suo utilizzo può risultare “scomodo” per certi versi, soprattutto quando per diversi motivi non si ha la possibilità o il tempo per scrivere tutto ciò che si mangia, con le dovute specificazioni dal caso.
Ma la difficoltà fa parte anch’essa del processo di cambiamento, differenziando coloro che sono davvero motivati a prendere coscienza delle proprie abitudini scorrette e a modificare in maniera definitiva il proprio comportamento alimentare, da coloro che, invece, utilizzano ogni mezzo per autosabotare i propri tentativi di cambiamento.
Ma, nello specifico, quali obiettivi permette di realizzare questo strumento?
1. Monitorare i propri introiti calorici e le proprie scelte alimentari
Attraverso il diario, è possibile conoscere quante calorie vengono assunte quotidianamente e settimanalmente, quali e quanti macronutrienti vengono assunti e quali no, se vi è mancanza di assunzione di micronutrienti, quali metodi di cottura vengono privilegiati, quali e quanti condimenti vengono utilizzati per rendere appetibile i cibi, ecc.
2. Prendere coscienza di alcuni “copioni” che si ripetono, attraverso un’analisi approfondita dei processi psicologici e relazionali che accompagnano i propri pasti.
Nella maggior parte dei Diari Alimentari che vengono utilizzati dai clinici, vi è una colonna dedicata all’esplorazione dei fattori psicologici e relazionali legati ai pasti. In questa colonna viene chiesto di specificare come ci si sentiva prima dell’assunzione di un pasto, qual era il proprio umore (triste/arrabbiato/annoiato/felice/neutro), in quale stanza della casa si è mangiato, quali persone erano presenti, se si era soli, ecc. Queste informazioni sono importantissime per fornire un quadro completo delle circostanze relazionali ed emozionali che possono aver innescato delle eventuali abbuffate, che possono aver provocato dolori alla pancia, oppure che possono aver causato una “chiusura dello stomaco”. Non è possibile prescindere da questo tipo di informazioni se si vuole davvero aiutare una persona a modificare le proprie abitudini alimentari, poichè è necessario tenere conto dei fattori psico-sociali che hanno causato, e mantenuto nel tempo, certe costanti alimentari disfunzionali.
3. Fornire la base sulla quale un dietologo o un nutrizionista possa costruire uno schema alimentare adeguato ai gusti e alle abitudini personali e lavorative della persona.
Conoscere ciò che mangia la persona, ciò che rifiuta per motivazioni culturali, etiche (si pensi, ad esempio, ai vegani o ai vegetariani) o religiose (ad es. la carne di maiale per la religione islamica), quanto tempo ha a disposizione durante il giorno per fare la spesa, la preparazione dei pasti e il loro consumo, quali sono le sue preferenze culinarie, se è capace di cucinare ecc., aiuterà il professionista nell’implementazione di uno schema alimentare personalizzato, aumentando le probabilità di aderenza allo schema proposto e il suo mantenimento nel futuro.
4. Suggerire un percorso psicologico e/o psicoterapeutico per affrontare nodi problematici emersi dalla stesura del Diario Alimentare.
La conoscenza dei fattori psicologici e sociali che possono aver causato e mantenuto nel tempo i problemi alimentari rappresenta un’occasione per la persona per affrontarli con l’aiuto di un professionista psicologo e/o psicoterapeuta che sia esperto in Disturbi del Comportamento Alimentare. Questo tipo di problemi possiede una matrice comune e, nel tempo, possono manifestarsi in modalità diverse, pur mantenendo intatto il nodo problematico sottostante (ad es. è provato scientificamente che la maggior parte delle anoressiche tende, con l’età adulta, a virare verso la Bulimia Nervosa).
Dunque, in un’ottica di intervento multidisciplinare nei riguardi di uno stesso problema (che si tratti di perdere qualche kg per tornare in forma oppure di casi di obesità), il Diario alimentare rappresenta uno strumento efficace, semplice e completo per esplorare il problema in questione e per rafforzare la propria motivazione al cambiamento.
Infatti, il Diario è un vero e proprio specchio attraverso cui ognuno può osservarsi e rendersi conto di ciò che, spesso, può negare a se stesso o minimizzare al fine di continuare a mantenere le abitudini dannose. Questo specchio dà la possibilità di guardarsi dentro, di gettare la luce sulle proprie emozioni e di valutare in maniera obiettiva, da occhio esterno, cosa e quanto si sta mangiando.
Rileggendolo, a distanza di tempo, le persone possono accorgersi subito di certi errori commessi, di certe costanti e di certe discrepanze rispetto a ciò che “ricordavano” di aver mangiato. Non sono rari casi, infatti, in cui, già dalle prime settimane, il solo utilizzo del Diario alimentare possa provocare una modificazione del proprio stile alimentare, con una conseguente perdita di peso, proprio perchè costringe a focalizzarsi (visto che lo si dovrà poi trascrivere) su cosa e quanto si sta mangiando, e anche sul perchè.
Dr.ssa Monica Torone
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