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I Turni di Lavoro Notturni Danneggiano la Nostra Salute?

“Chi per più di 10 anni ha lavorato di notte ha una capacità mentale paragonabile a quella di un individuo più vecchio di 6 anni e mezzo. Ma il processo è reversibile. Il cervello di una persona impegnata in turni notturni, quindi sottoposta a un’alterazione del naturale ritmo sonno/veglia, invecchia più velocemente.”

Questo è il risultato di una ricerca condotta da uno staff medico franco-gallese, che sottolinea però che con l’arresto dell’attività notturna si può assistere a un netto miglioramento della salute cerebrale.

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TEST SUI TURNI NOTTURNI

I ricercatori hanno sottoposto 3000 volontari a:

  • test di memoria
  • velocità di pensiero
  • abilità cognitiva

I risultati, pubblicati sul giornale Occupational and Environmental Medicine, dimostrano che:

  • Coloro che per più di 10 anni ha svolto una professione notturna ha una capacità mentale paragonabile a quella di un individuo più vecchio di sei anni e mezzo.

La buona notizia è che quando una persona cessa di lavorare di notte, il suo cervello riprende progressivamente ad allinearsi all’età biologica, benché questo richieda 5 anni di tempo.

La scoperta di questa capacità rigenerativa del cervello potrebbe avere importanti conseguenze nella cura della demenza, condizione nota per danneggiare il sonno di chi ne soffre.

Secondo i ricercatori turbare il ciclo sonno-veglia, che per millenni ha previsto che l’uomo dormisse di notte per restare sveglio di giorno, modifica i ritmi circadiani, cioè l’orologio biologico che scandisce i momenti nei quali il corpo è pronto a dormire e quelli in cui ha bisogno di energia per lavorare.

Scombinando questo ritmo, esattamente come avviene con il jet lag, nel nostro corpo vengono indotti dei ritmi fisiologici disordinati che modificano il trascrittoma umano.

Secondo i loro esperimenti, i ricercatori sono riusciti a stabilire che se per tre giorni di fila il momento di andare a dormire viene rinviato di 4 ore si può modificare il trascrittoma dell’1% e fare “impazzire” il 97% dei geni legati al sonno.

Questo comporta successivamente difficoltà a mantenere il ritmo sonno-veglia, e dunque a portare a momenti di stanchezza durante le ore nelle quali si dovrebbe restare vigili, e poi a difficoltà ad addormentarsi quando si va a letto.

A volte alcune persone non possono farne a meno perchè è previsto nel contratto di lavoro, ma se potete farne a meno o perlomeno scegliere fatene a meno di lavorare di notte. Ci spieghiamo meglio: a volte le persone attirate dal dio denaro (nell’ordine di 100-200 euro in più al mese) sono disposte ad effettuare estenuanti turni lavorativi notturni per intere settimane.

La salute è una, quanto vale la salute di un uomo?

RECUPERO FISICO CON TURNI LAVORATIVI NOTTURNI

Oramai é assodato che un sonno sufficientemente lungo e ristoratore è fondamentale per la salute, al contrario, un sonno breve o disturbato può avere una serie di ripercussioni negative, in primo luogo sui meccanismi fisiologici che regolano il bilancio energetico (per esempio, si riducono i livelli di leptina, ormone che riduce l’appetito, e aumentano quelli di grelina, con effetto opposto) e sulla capacità dell’organismo di utilizzare il glucosio (una condizione che aumenta il rischio di diabete di tipo 2). Fatta questa premessa è chiaro che per i lavoratori notturni è fondamentale “recuperare” le ore di sonno perse, anche se dormire di giorno non sarà mai equiparabile a dormire di notte.

SUGGERIMENTI PER COLORO CHE LAVORANO DI NOTTE

  • Coricarsi non appena tornati a casa, evitando di “tirare” fino a dopo pranzo, in una stanza al buio e il più possibile silenziosa.
  • Questo facilita la ri-sincronizzazione del ritmo sonno/veglia con quello luce/buio.
  • L’alimentazione può aiutare il sonno ristoratore: un leggero spuntino, a base di carboidrati, prima di coricarsi può favorire il rilassamento, evitando anche risvegli per fame.
  • È consigliabile inoltre non eccedere, durante il turno di lavoro, con le bevande eccitanti, come il caffè, che potrebbero interferire con il successivo riposo.
  • Non va dimenticato, infine, il fondamentale ruolo dell’attività fisica: chi fa il turno di notte deve praticarla solo dopo un adeguato riposo, quindi nel pomeriggio, e si deve dedicare a un’attività fisica aerobica o almeno non di forte intensità, per evitare che si trasformi in uno stress aggiuntivo.

Lavorare di notte è una moda degli ultimi decenni, per aumentare la produttività in questo mondo consumistico portato all’estremo; un tempo questo genere di attività lavorative venivano effettuate solo dalle forze dell’ordine, medici e operatori sanitari, vigili del fuoco e tutti quei mestieri che sono un servizio per la società. Se potete optare, scegliere NON lavorate di notte, o perlomeno una a tantum.

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