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L’Origine delle Arti Marziali: provengono proprio tutte dall’Oriente?

L’Origine delle Arti Marziali: provengono proprio tutte dall’Oriente?

Si pensa erroneamente che tutte le Arti Marziali provengano tutte dall’Asia; questo è dovuto dall’influenza del cinema dell’ultimo secolo. Dove e quando nella storia dell’umanità è nato qualcosa che possa essere definito “arte marziale“, cioè tecnica di combattimento?

Molti esperti, ma altrettanti profani non esiterebbero un attimo ad indicare l’Asia (Cina, Giappone, Corea, ecc…) come la culla della arti marziali. 

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  • Ma è veramente così? 
  • Non abbiamo avuto anche noi europei i nostri eroi, i nostri combattenti e i nostri cavalieri? 

I cosiddetti film di Kung fu e Karate ci hanno fatto dimenticare il nostro retaggio eroico. 

  • Inoltre molti europei addirittura si vergognano pensando al livello tecnico dei loro predecessori che considerano, a torto, estremamente rudimentale. 
  • Questo accade per il fatto  he i nostri film di avventura e di azione (ad esempio Ercole, Maciste ecc..) danno un’immagine totalmente errata delle arti marziali europee, in realtà niente affatto inferiori a quelle dei paesi orientali.

I nostri combattenti europei non si affidavano unicamente alla forza fisica. I loro metodi di combattimento in termini di abilità tecnica e di efficaia non temevano confronti con gli stili orientali. 

Ancora nel XIX secolo noi Europei praticavamo tecniche che presentavano straordinarie somiglianze con l’Aikido, il Ju-jitsu, il Judo, il Karate e persino con sistemi cinesi molto sofisticati come il Wing chun. Ci esercitavamo con armi che oggi vengono chiamati Sai, nunchaku, Bo, bastone lungo ecc. e che, comunemente, si ritengono di origine asiatica. 

Cominciamo dall’inizio: 

  • La culla di tutte le arti marziali del mondo è, anche secondo il punto di vista degli esperti asiatici (come il defunto Mas Oyama, capo supremo nel mondo del Kyokushinkai-Karate), in Egitto. 
  • Le più antiche testimonianze di arti marziali senza armi si trovano, secondo Oyama (“What is Karate?” Luglio ’74, Tokio, Giappone), nei geroglifici delle piramidi egizie che mostrano come gli antichi guerrieri egizi, già seimila anni fa, utilizzassero tecniche di combattimento simili alla lotta libera e alla boxe moderna. 
  • Sempre Oyama inoltre ritiene che questi metodi (alcuni dei quali vengono descritti nel 23mo libro dell’Iliade di Omero) arrivarono in Grecia attraverso Creta.

Questi combattimenti erano cruenti e finivano spesso con la morte di uno dei guerrieri. Oyama aggiunge che Theogene, un campione del V secolo a.C., sconfisse esattamente 2102 avversari dei quali 1800, in seguito, morirono! 

L’idolo di Oyama fu senza dubbio il famoso lottatore greco Milone, di cui si narra che abbia trascinato un toro adulto per tutto lo stadio olimpico dopo averlo ucciso con un sol colpo, e che poi se lo sia divorato intero. 

Nel Pancrazio greco (un tipo di combattimento totale costituito da boxe, lotta e calci) non era vietato quasi niente. In alcuni scontri era addirittura ammesso cavare gli occhi. 

Non a caso la parola “atleta” deriva del greco. Già quasi 3000 anni fa, in Grecia i contendenti si affrontavano in combattimenti di Full-Contact senza protezioni, durante i quali lottavano per la loro stessa vita. 

Esisteva un folto gruppo di combattenti professionisti che potevano ricevere come premio per il combattimento più di 120 milioni di lire, fatte le debite proporzioni del tempo. Le tavole con i nomi dei vncitori (Lotte, Boxe, Pancrazio) danno una dimostrazione completa di quanto largamente fossero diffuse le arti marziali in Grecia.

Il primo Kata (shadow-boxe) nacque probabilmente proprio in Grecia, come testimoniano le antiche pitture vascolari. L’allenamento con il sacco di sabbia era diffuso così come gli esercizi progressivi con i pesi, pratica che i giapponesi ed i coreani (Judo, Karate, Taekwon-do) hanno adottato solo di recente, mentre i metodi “morbidi cinesi” (Tai chi, Pakua, Hsing-I, Wing Chun) non ancora del tutto. 

Mentre a poco a poco i greci iniziarono a considerare il Pancrazio eccessivamente cruento, i loro eredi, i Romani lo fecero rivivere nelle lotte tra gladiatori. Il Pancrazio e la lotta con le armi divennero più tardi i precursori delle nostre arti marziali europee (per lo più medievali), come dimostrano le illustrazioni di importanti artisti (per es. Duerer). 

Noi Europei abbiamo avuto probabilmente ancor prima degli asiatici, arti marziali altamente sviluppate che presentano somiglianze sbalorditive con quelle che poi sarebbero divenute le arti marziali asiatiche. Esistevano già dunque, anche da noi in Europa, tecniche che somigliavano molto a quelle del Wing chun: il calcio frontale centrale con il piede girato all’esterno, il pugno verticale, movimenti di difesa simili, immobilizzazioni tramite il controllo del piede avversario, ecc… 

Ma che cosa è rimasto delle nostre arti marziali europee se si prescinde dalla scherma, dalla boxe, dalla lotta libera e dal Savate francese (che i tailandesi ritengono si sia sviluppato dalle tecniche della ThaiBoxe, mentre alcuni francesi pensano che siano i tailandesi ad aver imparato da loro)? Purtroppo molto poco. 

Il Pancrazio si è estinto persino in grecia. Alcuni greci emigrati negli USA  hanno tentato di farlo rivivere dandogli un nuovo nome. Ma poiché la conoscenza delle antiche tecniche originali non è stata tramandata di generazione in generazione, tecniche di Wing Chun o di Jeet Kune Do secondo me (Kernspecht, l’autore NDR) due stili dello stesso sistema, vengono presentate agli ingnari allievi come Pancrazio originale, cioè sotto falso nome. 

Senza dubbio, però il Wing Chun mostra grandi somiglianze con il Pancrazio greco. La stessa posizione da combattimento del Pancrazio, con il peso sulla gamba posteriore, la posizione frontale rispetto all’avversario, il braccio anteriore teso in avanti e quello postreriore in posizione centrale per proteggere, rappresenta un affascinante parallelo del Wing chun. 

Tratto da “Logica del Combattimento individuale” di K.R.Kernspecht, 1999

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