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Il Saluto nelle Arti Marziali

In tutte le arti marziali è concezione comune considerare il saluto come prima comunicazione tra i praticanti e dimostrazione di rispetto reciproco.

Il saluto trae le sue origini dal profondo e primitivo cerimoniale dei popoli orientali. Non bisogna dimenticare che, nonostante oggi il Judo, il Karate, il Wing Chun ma anche gli stili di Kung fu in generale siano arti e sport molto diffusi in occidente, originariamente erano arti marziali: discipline di leggendari guerrieri con un ferreo codice d’onore.

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Non tener presente tutto questo sarebbe senza dubbio un’offesa molto grave all’essenza stessa dello spirito orientale e anche una forma di disprezzo per l’essere umano come tale. La varietà dei saluti è grande quanto il numero di arti marziali esistenti; fra tutti i tipi, due sono i più diffusi; il saluto eseguito in posizione eretta e quello in ginocchio. In Oriente è loro riservata un’attenzione quasi religiosa, mentre da noi questo significato viene mano a mano sostituito dai valori socioculturali proprio dei popoli occidentali.

Tuttavia è curioso osservare come, fra i molteplici significati del saluto, ovunque si tenda a riconoscerne uno particolare e importantissimo: “rispetto e considerazione per il praticante di grado superiore; dedizione e disponibilità verso il praticante di grado inferiore”. È buona norma, all’inizio e alla fine dell’allenamento, salutare il fondatore dell’arte marziale praticata e il maestro; il compagno quando iniziamo o termniniamo qualsiasi esercizio in coppia; la bandiera del paese (più raramente) e il luogo dell’allenamento. Se il saluto non è corretto, non lo sarà neanche l’arte marziale praticata.

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