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Soft Control per Forze di Polizia

Per definizione, in ambito di difesa personale, quando parliamo di Soft Control intendiamo dire: “controllare, immobilizzare e rendere innocui individui aggressivi ed agitati senza recargli eccessivi danni fisici”.

A chi serve 

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Gli appartenenti delle Forze dell’Ordine, come ad esempio gli Operatori della:

  • Polizia di Stato
  • Carabinieri
  • Guardia di Finanza
  • Corpo Forestale dello Stato
  • Polizia Municipale / Provinciale

Oppure

  • Guardie Giurate autorizzate ad esercitare attività di sorveglianza e vigilanza per tutelare i beni, mobili e immobili, appartenenti a persone fisiche e/o enti pubblici oppure privati.
  • Addetti alla Sicurezza di locali pubblici
  • Guardie del Corpo
  • Infermieri in servizio presso Ospedali psichiatrici con pazienti aggressivi.

Questi professionisti spesso e volentieri, si trovano in situazioni molto delicate,  situazioni  “borderline”, dove hanno di fronte una persona aggressiva e violenta da controllare, alla quale non è consentito, nei limiti del possibile applicare una forza eccessiva per calmarlo o renderlo innocuo.

Infatti gli operatori delle Forze dell’Ordine, spesso vengono chiamati per intervenire in molteplici interventi tra i quali:

  • liti
  • risse
  • furti
  • segnalazioni di persone sospette vicino ad obiettivi sensibili
  • segnalazioni di persone che disturbano la quiete pubblica.

In Italia, non sempre le persone fermate e controllate sono collaborative. Spesso accade che queste situazioni degenerano, con la conseguenza di un uso spropositato della forza da parte degli operatori intervenuti, per riportare la situazione alla quiete.

È anche vero che gli operatori delle Forze di Polizia Italiane, per immobilizzare in caso di necessità persone aggressive o individui da arrestare, non hanno in dotazione strumenti intermedi alternativi (teaser, spray o emulsioni al capsicum), tra le armi in dotazione e le proprie capacità tecniche difensive e fisiche.

Inoltre, in Italia, non ci sono regole di ingaggio protocollate come accade negli Stati Uniti D’America dove la Polizia impartisce ordini ben precisi durante i propri controlli di routine alle persone fermate e controllate, le quali se non obbediscono alle direttive impartite sanno poi a cosa possono andare incontro.  Ad esempio negli U.S.A. è del tutto normale spegnere l’auto e mettere le chiavi sopra al tettuccio, durante un controllo di Polizia, in Italia siamo ancora indietro sotto questo profilo sociale di comportamento.

Un esempio è l’obbligo di indossare il casco protettivo durante la guida di un ciclomotore o all’uso delle cinture di sicurezza in auto: ci sono voluti 15 anni perché queste usanze fossero di dominio pubblico e normali e nonostante ciò ancora oggi, moltissime persone non rispettano tali regole.

Pertanto per essere pronti a qualsiasi situazione, conoscere tecniche e protocolli di “soft control” sarebbe un buon escamotage per le Forze dell’Ordine per controllare ed in caso di non collaborazione, immobilizzare le persone.

Aggiungo che le leggi italiane non sono uguali a quelle americane: in Italia la responsabilità è personale, pertanto la forza applicata nelle varie situazioni deve essere sempre proporzionata al contesto.

Perciò il soft control è un protocollo straordinario per queste situazioni perché:

  1. Permette all’Operatore delle Forze dell’Ordine di avvicinarsi all’individuo con una certa sicurezza e protezione, ovviamente se l’avversario non è armato (le tecniche operative naturalmente cambierebbero in caso fosse armato)
  2. Sono protocolli di immobilizzazione che si possono effettuare anche con una tattica di gruppo dove è la pattuglia composta da 2 o più operatori
  3. Fattore importantissimo, il Soft Control non lascia danni ingenti all’avversario e quindi non si è responsabili di eventuali lesioni.

Ma cos’è il Soft Control? 

Il “Soft Control” o “immobilizzazione leggera” è un insieme di tecniche utilizzate per “contenere” e neutralizzare un eventuale aggressore, senza arrecare troppi danni fisici né creare troppo scalpore durante l’azione di autodifesa.

Soft Control per buttafuori

Secondo voi un addetto alla sicurezza di un locale, come può allontanare una persona ubriaca e molesta dalla sala?

  • Con pugni e calci?
  • Oppure con tecniche di Soft Control?

È evidente che puoi portare fuori una persona da un locale anche con le “brutte maniere”, poi dovete anche avere a che fare con la reazione degli amici che vi hanno visto, o peggio ne risponderete davanti ad un giudice e anche alla vostra coscienza: il soft control è il protocollo perfetto per queste situazioni. 

In caso di riprese video si vedrà un operatore che con sicurezza, professionalità e aggiungerei “stile” porterà all’esterno una persona pericolosa senza nuocergli.

Soft control in reparto psichiatrico

Come deve fare un infermiere che ha problemi con un paziente alquanto aggressivo che può provocare lesioni ad altri e che deve essere sedato? Non sempre l’intervento delle Forze dell’Ordine può essere tempestivo e quindi a nostro avviso per un dovere sociale e personale conoscere un  protocollo di controllo ed immobilizzazione Soft Control potrebbe aiutare molto.

LE TECNICHE DI SOFT CONTROL

Il Soft Control è un programma concepito da molti sistemi di Difesa Personale.

Un protocollo particolarmente efficace deriva dal Wing Chun sistema Leung Ting praticato in europa. Giusto un’arte marziale specializzata nella corta distanza come questo può garantire alte percentuali di successo perché la tecnica è coadiuvata dall’uso sapiente e oculato del chi-sao.

Obiettivo tecnico della leggera immobilizzazione

Tecnicamente parlando, per controllare una persona agitata il tuo obiettivo è quello di passare rapidamente alle spalle dell’avversario rimanendo a stretto contatto fisico come il corpo a corpo.

In questa posizione (quella del corpo a corpo di spalle) è possibile rimanere al sicuro dagli attacchi delle sue mani e dei suoi piedi perché è per lui difficile colpire (posizione di sicurezza e controllo).

Poi da qui si può passare rapidamente ad una presa di controllo e trasporto.

Arrivare in questa posizione rispetto a lui non è una cosa sempre facile perché devi passare le barriere delle mani e dei piedi, e non hanno mai movimenti prevedibili e coordinati e se è molto aggressivo e forte si rischiano veramente delle lesioni importanti.

Come allenarsi a “passare dietro”

Come abbiamo detto la parte difficile è quella del passaggio dalla posizione frontale alla posizione di sicurezza e controllo.

Bisogna allenarsi a tenere sotto controllo 3 punti critici:

1. il braccio (all’altezza del gomito) della stessa parte in cui si vuol passare

2. la spalla opposta

3. la gamba della stessa parte in cui si vuol passare

  • Il primo punto è ovvio: bisogna averne il controllo per poter passare senza essere colpiti.
  • Il secondo punto: serve a tenere sotto controllo l’altra metà del corpo, dal punto da cui nascerebbe la forza dell’altra mano (la spalla opposta), è fondamentale anche per togliergli la possibilità di girarsi e impedirti poi di passare dietro. Tenendo controllata la spalla opposta puoi sentire in anticipo se puoi continuare oppure cambiare lato di passaggio in caso di movimenti bruschi opposti.
  • Il terzo punto è un controllo indiretto: cioè lo scopo è quello di obbligare il soggetto a trattenere il peso in quella gamba per usarla come perno di passaggio.

È difficile spiegare a parole una tecnica così complessa ma se provate con un compagno, via via sempre meno collaborativo vi renderete conto dell’importanza dei tre punti fondamentali del soft control.

Due possibilità di controllo e trasporto

Una volta passati dietro deve essere attuata con tempestività la tecnica di controllo e trasporto. È quella tecnica che ti permette di immobilizzare il soggetto, rendendolo incapace di agire e di muoversi liberamente.

In questo modo si può anche trasportare in un posto più sicuro, aspettare che si calmi oppure ammanettarlo.

Le possibilità sono due:

  • braccio fuori
  • braccio dentro

Con il controllo e trasporto nella modalità “braccio fuori” si può  eseguire molto efficacemente una mata-leao.

Nel caso controllo “braccio dentro” (nella foto) una figura quattro con il braccio opposto. Per i dettagli delle singole tecniche dovreste rivolgervi ad un insegnante esperto.

Soft Control nel lavoro di squadra

Nel caso si lavori in squadra, come ad esempio una pattuglia della Polizia, una squadra SWAT, o una coppia di infermieri in una clinica, la tecnica deve essere portata a termine da entrambi i componenti in sinergia senza pestarsi i piedi a vicenda.

Sono molteplici i tentativi di immobilizzazione non andati a buon fine, per incompetenza non del singolo ma del lavoro di squadra scoordinato.

Nel lavoro di coppia infatti deve esserci tra i due uno che guida e dirige l’azione, e il secondo è solo da coadiuvante che aiuta ma non prende nessuna iniziativa.

Il lavoro di squadra deve essere provato, anche in palestra, con un compagno che non collabora che cerca di mettere in difficoltà i compagni.

Chiaramente, è l’esperienza reale che affina le tecniche, ma un buon lavoro in palestra fa la sua buona parte.

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