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Addome Scolpito e Dimagrimento Generale con il Sacco da Boxe

L’importanza che viene attribuita all’allenamento con questo attrezzo “il Sacco da BOXE” è testimoniata dal fatto che in ogni “campo di addestramento” tailandese per quanto piccolo e “familiare” possa essere, è sempre presente almeno un sacco pesante a disposizione degli atleti per le loro pratiche giornaliere.

Il sacco preferito per l’allenamento delle tecniche di calcio e ginocchio è normalmente di peso considerevole, dai 40/50 kg. in su, di foggia allungata o “a pera”, mentre, al fine di sviluppare i colpi di pugno e di gomito, si preferiscono sacchi più leggeri che non superano i 30/40 kg. e che si presentano di dimensioni più ridotte e in forma cilindrica.

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Ogni sacco poi può essere riempito in maniera differente a seconda della funzione a cui deve assolvere ed al tipo di attributo tecnico/fisico che si vuole sviluppare: relativamente al materiale utilizzato si va dagli stracci, ai ritagli di pelle, alla sabbia e, mutuando tale pratica dalla boxe occidentale, all’acqua.

In base al modo ed alla quantità di allenamento che si effettua al sacco, si possono sviluppare qualità combattive diverse che vanno dall’esplosività muscolare alla resistenza, dalla capacità di colpire muovendosi intorno all’avversario all’abilità di “toccare d’incontro”, ecc.

Inoltre, la funzione primaria del lavoro di base che viene eseguito all’inizio di ogni allenamento al sacco e che consiste nella ripetizione di un dato colpo per un lungo intervallo di tempo, abbinando tale pratica a frizioni con appositi linimenti, è quella di “condizionare” le parti ossee deputate a colpire l’avversario; è così che le tibie, le ginocchia, i gomiti, gli avambracci, i pugni di ogni vero praticante di Muay Thai diventano vere e proprie armi, dure come il ferro e pronte a causare danni notevoli all’avversario quando usate con perizia.

In questo primo articolo sull’allenamento al sacco nella Muay Thai, distingueremo le due modalità fondamentali di utilizzo dell’attrezzo, con o senza l’aiuto di un partner durante l’esecuzione degli esercizi. Avremo così delle routine con sacco libero e delle altre con sacco fisso.

A. Lavoro al sacco libero

L’ovvia caratteristica di questa categoria di esercizi è che l’attrezzo è mobile e richiederà da parte dell’esecutore un abbinamento del lavoro di spostamenti (footwork) a quello fondamentale dei colpi.

Variando continuamente la distanza tra il sacco e l’atleta, quest’ultimo sarà costretto a muoversi per riportarsi in una posizione tale da poter colpire sfruttando al meglio il proprio arsenale; un errore tipico, a questo proposito, consiste nel calciare circolarmente senza spostarsi in avanti durante l’esecuzione del colpo, portando ad impattare con il sacco il piede piuttosto che la tibia.

In questo tipo di allenamento è da preferire il lavoro di colpi in combinazione variando l’altezza del bersaglio (soprattutto nel caso del sacco lungo) e l’arma utilizzata: si cercherà perciò di eseguire combinazioni miste (tipo: pugno, calcio, ginocchio) o serie di colpi portati con la stessaarma (tipo: jab, diretto, gancio).

B. Lavoro al sacco fisso

in questo caso l’attrezzo può essere un tipo di sacco particolare già costruito per essere fissato ad una superficie di appoggio (parete o colonna in muratura) oppure, nell’ipotesi migliore, si tratterà di un sacco normale tenuto fermo da un istruttore o da un compagno di allenamento.

La funzione di quest’ultimo è quella di sostegno per impedire l’oscillazione dell’attrezzo ma soprattutto di aiuto tecnico e “morale” per l’esecutore degli esercizi: se la persona di sostegno è un allenatore potrà “chiamare” i colpi all’atleta, suggerendo l’uso adeguato di un’arma rispetto all’altra e la sequenza delle azioni; se il sacco è tenuto fermo da un collega d’allenamento, la sua funzione sarà soprattutto quella di incitare l’esecutore nei momenti di difficoltà o di fatica, spronandolo a dare fondo alle proprie energie.

Nell’esecuzione dei colpi, si dovranno preferire le azioni singole ripetute nel tempo (tipo: calcio circolare destro portato in sequenza, per tre minuti) concentrandosi sulla “pesantezza” e sulla penetrazione dei colpi, ovviamente a scapito del lavoro di footwork.

Il condizionamento è, ovviamente, un’altra delle finalità specifiche in questo tipo di lavoro, che viene ottenuto “lavorando” in maniera progressiva le varie zone ossee deputate ad impattare violentemente con il corpo dell’avversario ed alternando all’esercizio al sacco un massaggio con l’apposito linimento tailandese.

Ogni valido istruttore di Muay Thai deve conoscere alla perfezione tutte le possibilità offerte da un uso appropriato di questo semplice ma indispensabile attrezzo, senza il quale non sarà possibile raggiungere risultati soddisfacenti nella pratica della Muay Thai a livello marziale o sportivo che sia.

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