Il Dispendio Energetico Degli Sport: Come valutare il costo energetico in base allo sport e al tipo di atleta?
Fin troppo spesso gli atleti mangiano più del loro fabbisogno calorico, e riguardo a questo problema, già in passato, studiosi francesi esaminando un campione di 1600 atleti, hanno scoperto che il 56% mangiava oltre le proprie necessità.
Anche per loro vale quindi il detto “l’uomo mangia una volta per sé e tre volte per il medico”, ossia che generalmente la quantità di cibo energetico è nettamente superiore al fabbisogno individuale, e questo è un grosso errore soprattutto per chi pratica sport competitivi.
Sembra che in passato, atleti finlandesi e giapponesi abbiano ottenuto brillanti successi in campo agonistico seguendo una dieta molto sobria e perfino scarsa, come nel caso di atleti attuali e di successo che seguono diete vegetariane o pescetariane.
Lo sport determina un consumo di energie che devono essere giornalmente reintegrate in proporzione.
Ogni errore in difetto (dimagrimento, malattie da carenza), e in eccesso (obesità, malattie dismetaboliche) può arrecare come sappiamo gravi disturbi.
Ciascun atleta ha un dispendio energetico strettamente individuale, per cui emerge la necessità di stabilire quale sia il suo fabbisogno calorico giornaliero, in modo da adeguarvi la razione alimentare.
In questa ricerca bisogna tenere conto di molteplici fattori, quali:
- il peso
- l’altezza
- l’età
- il sesso
- la temperatura esterna
- l’altitudine
- l’ambiente
- le caratteristiche biotipologiche
- le caratteristiche eredo-costituzionali e psicosomatiche del tipo, intensità e durata dell’attività sportiva
Si è spesso identificato il dispendio energetico di un’attività sportiva con quello della gara, ma la competizione è episodica (settimanale, mensile oppure trimestrale, ma mai giornaliera) e pertanto non può aiutare a stabilire l’alimentazione adatta negli allenamenti generici e specifici.
La difficoltà per stabilire un’esatta precisazione del dispendio energetico dell’atleta non riguarda la razione calorica di base, il cui valore sia pure approssimativo può essere calcolato, ma la quantità di calorie necessarie a coprire l’extra consumo determinato dall’attività sportiva.
A questo proposito dobbiamo tenere conto di due fattori:
- l’atleta
- il tipo di sport
Per l’atleta si deve tenere presente il fatto che i soggetti con notevole sviluppo della muscolatura scheletrica hanno un consumo energetico del 5 – 6% più elevato in confronto a quelli di peso uguale ma più “gracili”.
Per quanto riguarda lo sport, bisogna considerare non la gara, ma l’allenamento di tutti i giorni; questo non è più, come una volta, la monotona e stereotipata ripetizione delle modalità di gara, ma l’impegno specifico e particolare di tutta la muscolatura scheletrica, qualunque sia la disciplina atletica.
Per convincersi basta dare un’occhiata ai programmi di allenamento sistematici delle varie discipline sportive, dallo sci ai centometri, e possiamo constatare la relativa uniformità delle varie fasi, la profonda differenza nell’attuazione, la varietà degli esercizi giornalmente rinnovati e con le loro sostanziali modifiche stagionali ecc.
Tenendo conto di queste osservazioni e delle intuibili difficoltà di misurare sul campo e di riprodurre in laboratorio l’esatto dispendio energetico che comporta uno specifico allenamento, ne risulta che è quanto mai aleatorio il calcolo del costo energetico per minuto di ogni seduta di allenamento e del relativo fabbisogno calorico giornaliero dell’atleta.
Dobbiamo tenere conto inoltre che l’atleta non si impegna giornalmente nella stessa misura, non vi è mai cioè identica ripetizione di tecnica, intensità e durata degli allenamenti; nel caso degli sport da combattimento, per esempio, qualche giorno a settimana sarà dedicato alla tecnica e qualcuno a circuiti di resistenza e a sedute di pesistica vera e propria.
Inoltre, i valori non sono ugualmente applicabili al principiante e all’esperto, in quanto l’esatta coordinazione dei movimenti e la loro perfetta esecuzione, e questo vale per ogni disciplina sportiva, frutto di una destrezza acquisita con un lungo allenamento, comportano una diminuzione del dispendio di energie.
Questo si verifica nell’atleta durante il periodo degli allenamenti, con una modifica del rendimento in senso economico, per cui, malgrado la progressione dei carichi di lavoro, il dispendio energetico sarà maggiore all’inizio della stagione ma diminuirà nel periodo di forma.
Non sembra dunque possibile avere un’indicazione precisa e individuale dei costi enegetici delle varie discipline sportive e per risolverle, sia pure orientativamente (perchè dipende anche dal tipo di gara, che può essere diversa anche nella stessa disciplina) possiamo suddividerle secondo un’impegno energetico leggero, moderato, pesante e molto pesante.
LEGGERO
tiro con l’arco
cricket
golf
vela
ping pong
bowling
bocce
MODERATO
ballo
ginnastica
hockey
equitazione
tennis
scherma
sci discesa
PESANTE
atletica
pallacanestro
pugilato
lotta
canottaggio
ciclismo
calcio
alpinismo
MOLTO PESANTE
maratona
sci di fondo
corsa campestre
nuoto
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