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Gli sport di squadra

Spesso, gli sport che i bambini e gli adolescenti praticano riflettono preferenze culturali dei genitori, dell’ambiente scolastico, sociale, ecc. e il sistema locale di organizzazione dello sport.

In realtà il bambino, più dell’adolescente, andrebbe avviato a una pratica sportiva adatta alle sue esigenze di crescita e di sviluppo, considerando anche le sue personali necessità di relazione interpersonale e di aggregazione sociale.

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Inoltre, sulle scelte dei ragazzi va tenuta sempre in debito conto l’influenza del “gruppo” (dei compagni di scuola, degli amici, ecc.) che diventa determinante a partire dal periodo che va dalla terza infanzia all’adolescenza.

Gli sport di squadra, attraverso la cooperazione, l’accettazione di regole comuni e la subordinazione agli obiettivi individuali e del gruppo, svolgono un ruolo molto importante nello sviluppo della personalità, in particolar modo nella sfera psicologica e sociale.

Lo sport praticato in gruppo, infatti sollecita la capacità di associazione e la disponibilità relazionale, la solidarietà e l’autogoverno, dando comunque a ciascun componente la possibilità di esprimersi a vari livelli affermando la  propria individualità psicofisica.

Il clima di confronto positivo del gruppo può rappresentare per alcuni uno stimolo ad effettuare una migliore prestazione. Nel lavoro di squadra, infatti, la cooperazione e il sostegno dei compagni modulano le difficoltà da affrontare rendendo meno insicura e più produttiva la partecipazione di ciascun componente all’attività del gruppo.

È interessante notare come, nella partecipazione agli sport di squadra, le ragazze, fin dalle prime età, abbiano la tendenza a stabilire legami a due o a formare gruppi ristretti, mentre i maschi preferiscano gruppi più numerosi.

La scelta dell’attività sportiva, quindi, deve rispettare le variabili individuali del ragazzo legate al sesso, all’età e all’ambiente di provenienza, al fine di sviluppare adeguatamente le sue personali aspettative e le sue specifiche esigenze evolutive.

Poiché talvolta i ragazzi vengono avviati alla pratica di una particolare disciplina sportiva senza tenere conto delle loro dinamiche evolutive e della loro predisposizione caratteriale, è bene tener presente che la disponibilità e la partecipazione emotiva, al di là del tipo di sport prescelto, sono fra i principali elementi di stimolo a breve e a lungi termine alla pratica sia nel bambino che nell’adolescente.

Non esiste un unico tipo di gruppo sportivo.

infatti la principale distinzione tra i gruppi riguarda il grado di interdipendenza e di cooperazione dei componenti e non tanto le specifiche esigenze della disciplina sportiva.

Nelle staffette di nuoto, di atletica leggera o nel pentathlon, ad esempio, la prestazione non dipende tanto dall’interazione dei membri della squadra e dall’organizzazione di questa come un’unica entità, quanto, piuttosto, dalle singole capacità individuali di ciascun componente.

Viceversa in altri sport, come ad esempio il calcio, la pallacanestro, la pallavolo, ecc. il risultato si può raggiungere soltanto attraverso l’impegno coordinato di tutti i componenti della squadra.

Infine, per quanto relativamente agli sport di squadra sia lecito parlare di gruppo in senso stretto tuttavia, in riferimento agli sport individuali, anche l’appartenenza alla stessa società sportiva, gli allenamenti praticati insieme ai compagni, le trasferte e altre situazioni analoghe possono sviluppare un’intensa vita collettiva e una effettiva realtà di gruppo con le stesse dinamiche che si riscontrano nei gruppi sportivi propriamente detti.

Infine bisogna ricordare che l’agonismo fa sempre bene ai giovani, ed è un buon modo per crescere, non solo sportivamente parlando.

Buona allenamento da ABC

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