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Esercizi addominali alla sbarra

Ci sono dei semplici esercizi che possiamo fare alla fine dei nostri allenamenti e che se adottati correttamente e con una certa costanza sono un toccasana per la nostra schiena.

Le sospensioni si attuano molto semplicemente appendendosi alla sbarra o alla scala svedese in modo da lasciare letteralmente penzolare il corpo; infatti nel corso della giornata e soprattutto con determinati esercizi di pesistica per esempio, le nostre vertebre tendono a comprimersi le une alle altre.

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Se misuriamo la nostra statura la sera prima di andare a dormire e al mattino appena alzati noteremo infatti una differenza di un paio di centimetri notando che a fine giornata siamo più bassi.

Proprio per questa ragione questo tipo di esercizi possono tornarci utili, procurando oltretutto sollievo e “distanziando” le vertebre.

In pratica si ripete quanto si fa nei casi di abbassamento vertebrale con la terapia delle cosiddette trazioni.

Proprio per questo motivo gli esercizi in sospensione possono essere utili nella cura del mal di schiena e delle sciatalgie.

Vediamo quindi, come la nostra tanto “amata” sbarra, usata più comunemente per circuiti di allenamento, trazioni per lavorare schiena e bicipiti, che ci permette di fare fantastici esercizi addominali può rendersi utile anche come terapia.

Appendersi alla sbarra

Diciamo che è il più classico e semplice ed è un esercizio di scarico per la schiena.

Afferrate la sbarra e appendetevi a peso morto, mantenendo sempre volontariamente un certo tono a livello dei muscoli delle spalle, poiché un loro eccessivo rilassamento potrebbe provocare un inutile e controproducente allungamento delle strutture muscolari e legamentose della scapola.

Appendersi e portare le ginocchia al petto

Partendo dalla posizione dell’esercizio precedente, sollevate le ginocchia e cercate di mantenere la posizione per due o tre respirazioni.

Questo esercizio lo potete ripetere tante volte a seconda del vostro grado di preparazione, e ha l’obiettivo di “allungare la schiena”, lavora principalmente la fascia addominale nella parte bassa e i benefici che apporta sono multipli in quanto attiva gli addominali stessi tonificandoli e migliorando di conseguenza la postura.

Appendersi a testa in giù

Questo è un esercizio ottimo al fine di ottenere lo “scarico” a livello vertebrale.

Usando appositi ganci che spesso fanno parte dell’oggettistica di palestre attrezzate, o al limite appendendosi all’altezza delle ginocchia mettetevi a testa in giù per qualche minuto.

La differenza sostanziale tra questo e il primo esercizio che abbiamo visto è che in questo la tensione in allungamento si localizza nel basso schiena. 

Al contrario appendendosi per le mani, l’allungamento si realizza con maggiore intensità nella parte alta del rachide.

Ciò è evidente se noi pensiamo che, attaccandosi per i piedi le vertebre lombari sopportano in peso di tutto il busto, mentre se penzoliamo per le mani le stesse vertebre lombari sostengono il solo peso delle gambe. 

Avvicinare il capo alle ginocchia

Partendo da quest’ultimo esercizio che abbiamo descritto, uniamo molto convenientemente l’azione di allungamento della spina dorsale con l’azione di tonificazione dei muscoli dell’addome.

Andiamo quindi a toccare le nostre caviglie con le mani avvicinando la testa alle ginocchia e in questo modo lavoreremo principalmente la parte alta della fascia addominale.

Buon allenamento da ABC

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