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Come Sfruttare La Potenza Del CoQ10 Per le Prestazioni Fisiche e la Longevità

Il coenzima Q10 (CoQ10 o Ubichinolo) è diventato un integratore molto popolare negli ultimi dieci anni circa, specialmente negli sportivi e nelle popolazioni anziane che beneficiano maggiormente del suo consumo. Tuttavia, molte persone non riescono ad apprezzare la piena bellezza di questa pseudo vitamina, di come potrebbe migliorare la loro vita e di come può essere resa ancora migliore.

Per aumentare le funzioni del CoQ10, esiste un composto ancora sottovalutato chiamato shilajit, un essudato poco ortodosso che condivide un aspetto e una consistenza gelatinosa, quasi come catrame, ottenuto apparentemente da rocce originarie dell’Himalaya.

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Ma prima di addentrarci in questo dinamico duo, facciamo un rapido aggiornamento su questi due composti.

Il Coenzima Q10

Il CoQ10 è un coenzima liposolubile, strettamente correlato alle vitamine e prodotto naturalmente da praticamente tutte le cellule che respirano, ma in particolare densità nei mitocondri. Il CoQ10 è coinvolto integralmente nel processo di produzione di ATP (l’ATP è la principale fonte energetica delle cellule di un mammifero) ed è una parte importante del ciclo di trasporto della catena di elettroni. Questo ciclo è responsabile del trasporto degli elettroni nei mitocondri, dove l’obiettivo è la produzione di ATP.

Il CoQ10 fa anche molto di più, poiché esercita anche una potente azione antiossidante su questi microrganelli [1] e si crede che abbia una forte relazione con il tasso di invecchiamento cellulare. [2] Questo effetto dell’aumentata produzione di energia e del buffering dell’ossidazione è molto benefico per il cuore, contribuendo a ridurre di circa la metà il tasso di morte cardiovascolare.

Lo Shilajit

Il Shilajit è a dir poco interessante, usato da secoli nella medicina ayurvedica e originario delle regioni himalayane. Con il suo aspetto simile al catrame, può essere meglio considerato una gomma e un essudato organico naturale, associato a una specie di cactus endemico di questa regione.

La scienza moderna ha anche confermato l’utilità dello shilajit [3], per il suo ruolo nel promuovere il metabolismo energetico, ridurre l’infiammazione e proteggere contro numerose condizioni neurodegenerative, tra cui il morbo di Parkinson e l’Alzheimer. [4] Così, lo shilajit pensa anche a compensare la disfunzione mitocondriale, un collegamento fortemente associato all’invecchiamento.

Shilajit e CoQ10 Insieme
Mentre il CoQ10 da solo suscita benefici misurabili sulla salute e sulla longevità mitocondriale, [5] preso insieme allo shilajit i risultati sono a dir poco fenomenali.

È stato notato che lo Shilajit funziona sinergicamente con il CoQ10 grazie alla sua presenza di acido fulvico e umico. L’acido umico si trova nei composti umici, che comprendono le parti organiche del suolo, carbone, roccia e altro. Questi due composti hanno funzioni molto diverse, tuttavia, si ritiene che l’acido fulvico sia responsabile di rendere più efficiente l’energia estratta dai mitocondri, mentre il componente acido umico migliora il trasporto della catena di elettroni (accelerandone il trasporto). [6]

A sua volta, questo rende lo shilajit paragonabile ad un additivo per carburante ad alte prestazioni per un auto. Pensando in questo modo; esso migliora l’efficienza energetica, riduce gli effetti nocivi e dannosi dell’usura prematura del motore (i mitocondri) e promuove l’efficienza del buffering dei materiali di scarto. Ciò si traduce in un particolare vantaggio su due dei più grandi consumatori di energia nel nostro corpo; il cervello e il cuore, [7] e giustifica il motivo per cui sembra esserci un beneficio così significativo su questi due organi.

Ma perché è importante affrontare la disfunzione mitocondriale? Perché, come qualsiasi cosa in questa vita, l’uso ripetuto porta alla rottura. L’integrazione con CoQ10 e shilajit si rivolge a tutti gli elementi probabili di disfunzione mitocondriale, che includono :

  • CoQ10 fornisce la “manodopera” che effettivamente promuove il trasferimento di elettroni. Pensate a questo come alla forza lavoro letterale.
  • Lo Shilajit aumenta la velocità del trasferimento di elettroni

Ciò rende disponibili più elettroni per il CoQ10 da trasportare nei mitocondri.

Questo Duo Migliora le Prestazioni Fisiche
La chiave per migliorare le prestazioni fisiche è migliorare l’efficienza della produzione di ATP, che è necessaria per il corpo per lavorare ad alta capacità aerobica. In condizioni “normali” (o sub-ottimali), il corpo è in grado di produrre abbastanza ATP per supportare le funzioni vitali. Ma dopo un periodo di maggiore carico di lavoro, le cose non continnuano così bene. Poiché la quantità di ATP immagazzinata nel corpo in qualsiasi momento è di quantità finita (con una media di circa 85 g in un normale maschio adulto), ci vuole del tempo per questa produzione e per poter continuare a mantenere un livello elevato di intensità.

A seguito del consumo di CoQ10 esogeno e di shilajit, la velocità e l’efficienza della produzione di ATP vengono aumentate, così che sono necessari periodi di riposo più brevi per recuperare tra serie di lavoro e sessioni. Quindi, se vi allenate più giorni alla settimana, o con sessioni consecutive, apprezzerete la differenza con l’assunzione di questi due elementi.

Questo Duo può Migliorare la Longevità
La longevità è un argomento delicato, perché coinvolge più ingranaggi che ruotano simultaneamente per produrre un risultato unilaterale. Tuttavia, ciò che è vero è il fatto che un cervello che sta vivendo un invecchiamento accelerato ti renderà un vecchio biologicamente, indipendentemente dalla tua età cronologica.

Nel caso in cui non abbiate legato l’associazione, la diminuzione della produzione di energia mitocondriale ha un’associazione molto forte con un cervello degenerato, con il Parkinson e l’Alzheimer dietro l’angolo. Un crescente numero di prove dimostra che questa coppia dinamica può effettivamente invertire questi cambiamenti, un meccanismo postulato è un aumento dei livelli di acetilcolina nel cervello, [8] i bassi livelli sono un noto fattore associativo nel cervello dei pazienti con Alzheimer.

Aggiungetelo a risultati come l’accumulo ridotto di proteine nel cervello che predispone l’Alzheimer, come le proteine beta-amiloide e tau, e un aumento dei livelli di dopamina nel cervello, e quello che avrete è un potente cocktail neuroprotettivo.

Ma nessun mix di promozione della longevità sarebbe completo senza una protezione cardiaca. Sappiamo che il cuore beneficia dell’integrazione con CoQ10 grazie alla riduzione di pericolosi biomarcatori, come la proteina c-reattiva, ma anche per le sue azioni di riduzione della pressione arteriosa [9] e agli effetti protettivi nelle persone con malattie cardiovascolari o insufficienza cardiaca.

Se si aggiunge lo shilajit a quel mix, non solo altererà favorevolmente la frequenza cardiaca, la respirazione e la pressione sanguigna, [10] ma potrà ridurre anche al minimo il danno a seguito di un attacco di cuore. Il danno al muscolo cardiaco durante un attacco di cuore apre la strada allo scompenso cardiaco e alla vita che poi ne consegue.

Riferimenti:

1. Duberley KE, Abramov AY, Chalasani A, et al. Human neuronal coenzyme Q10 deficiency results in global loss of mitochondrial respiratory chain activity, increased mitochondrial oxidative stress and reversal of ATP synthase activity: implications for pathogenesis and treatment. J Inherit Metab Dis. 2013 Jan;36(1):63-73.

2. Cadenas E, Davies KJ. Mitochondrial free radical generation, oxidative stress, and aging. Free Radic Biol Med. 2000 Aug;29(3-4):222-30.

3. Karbowski M, Neutzner A. Neurodegeneration as a consequence of failed mitochondrial maintenance. Acta Neuropathol. 2012 Feb;123(2):157-71.

4. Maruszak A, Zekanowski C. Mitochondrial dysfunction and Alzheimer’s disease. Prog Neuropsychopharmacol Biol Psychiatry. 2011 Mar 30;35(2):320-30.

5. Lanza IR, Nair KS. Mitochondrial function as a determinant of life span. Pflugers Arch. 2010 Jan;459(2):277-89.

6. Visser SA. Effect of humic substances on mitochondrial respiration and oxidative phosphorylation. Sci Total Environ. 1987 Apr;62:347-54.

7. De Pauw A, Tejerina S, Raes M, Keijer J, Arnould T. Mitochondrial (dys)function in 15. adipocyte (de)differentiation and systemic metabolic alterations. Am J Pathol. 2009 Sep;175(3):927-39.

8. Schliebs R, Liebmann A, Bhattacharya SK, et al. Systemic administration of defined extracts from Withania somnifera (Indian Ginseng) and Shilajit differentially affects cholinergic but not glutamatergic and GABAergic markers in rat brain. Neurochem Int. 1997 Feb;30(2):181-90.

9. Sander S, Coleman CI, Patel AA, et al. The impact of coenzyme Q10 on systolic function in patients with chronic heart failure. J Card Fail. 2006 Aug;12(6):464-72.

10. Joukar S, Najafipour H, Dabiri S, Sheibani M, Sharokhi N. Cardioprotective effect of mumie (shilajit) on experimentally induced myocardial injury.Cardiovasc Toxicol. 2014 Sep;14(3):214-21.

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