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Il Doping Nel BodyBuilding

Diventare un bodybuilder professionista, di alto livello, richiede l’uso di potenti farmaci che sono collegati al malfunzionamento di molti organi del nostro corpo sino ad arrivare al decesso prematuro. Le sostanze incriminate sono gli steroidi anabolizzanti, l’insulina, l’HGH e i diuretici.

Negli anni ’80, il Dr. Robert Goldman iniziò a chiedere agli atleti di alto livello se accettassero un patto con il diavolo. Questo patto garantiva la vittoria in ogni competizione a cui partecipavano, ma garantiva anche la loro morte entro cinque anni. Purtroppo la maggior parte degli atleti era disposto ad accettare il patto con il diavolo.

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Ancora oggi, molti medici non capiscono quale sia il meccanismo psicologico che porta gli atleti a distruggere la propria vita, visto che in questo mondo pochissimi atleti si arricchiscono ottenendo una certa fama.

L’uso ed abuso di steroidi anabolizzanti (AAS), dell’ormone della crescita, di insulina e di diuretici sono solo alcuni dei principali fattori ritenuti responsabili di un numero sproporzionato di decessi nel mondo del bodybuilding e sport in genere.

Il bodybuilding non è mica stato inventato per morire prematuramente!

Il bodybuilding nella sua essenza, richiede un’alimentazione curata e salutare, perdere grasso ed acquisire massa muscolare attraverso l’allenamento, sacrifici, abnegazione, determinazione. Purtroppo l’obiettivo di molti atleti, anche amatori, è la massa e definizione muscolare e non la salute.

Mike Matarazzo anni fa, prima di morire, disse queste parole:

La maggior parte dei ragazzi pensa di essere invincibile, immortale e che a loro non capiterà mai nulla; gli steroidi portano ad uno stato di onnipotenza; ma purtroppo usando queste sostanze, già a 35-40 anni si avranno i primi problemi di salute che porteranno ben presto alla morte”

Mike Matarazzo, noto campione statunitense degli anni 90, ebbe un intervento chirurgico a cuore aperto con triplo bypass a 38 anni, un attacco cardiaco a 41 anni, e purtroppo morì a 47 anni in attesa di un trapianto di cuore.

Mike Matarazzo è stato un grande campione, uno dei migliori al mondo, anche se non ha mai vinto il titolo di Mister Olympia. Mike Matarazzo è stato uno dei pochi professionisti che ha parlato apertamente del livello a cui si era arrivati nel mondo delle competizioni relativamente all’uso di doping.

È un fatto innegabile che numerosi bodybuilder di alto livello, sono morti a causa dell’uso di doping, spesso dopo un attacco cardiaco o qualche forma di insufficienza di organi interni come ad esempio i reni.

  • Una manciata di atleti non ha nemmeno mai visto i 35 anni.
  • Alcuni professionisti di punta arrivano quasi a 50 anni
  • Ma ancora meno arrivano a 55 senza qualche complicanza grave
  • Provate a fare una ricerca di quanti professionisti degli anni 80-90 sono ancora vivi e rimarrete sbalorditi.

Alcuni erano i protagonisti delle riviste che tutti noi leggevamo in quegli anni, alcuni sono anche nostri coscritti, e purtroppo non ci sono più!

Quando un bodybuilder muore in giovane età a causa di un problema di salute, questa è la risposta classica dei bodybuilder più incalliti:

“Aveva una condizione preesistente, pregressa e avrebbe avuto lo stesso problema se fosse stato un insegnante di scuola invece che un bodybuilder!”

Una specie di confort zone, una scusa per dire, è capitato a lui, perché deve capitare anche a me?

Non è che la responsabilità sia delle sostanze chimiche introdotte per aumentare a dismisura il peso e la massa muscolare e poi delle altre sostanze utilizzate per perdere grasso sino a raggiungere percentuali di massa grassa incredibilmente basse?

Sicuramente ci possono essere casi in cui, cause naturali sconosciute, siano state un fattore chiave nella morte, ma sembra essere una scusa comune che può portare giovani atleti a non credere che il doping sia mortale.

Il bodybuilding cominciò a cambiare i propri obiettivi di base negli anni 50. Costruire muscoli gradualmente più grossi, divenne un obiettivo più rilevante rispetto all’aumento di forza, potenza e atletismo.

Il fatto che gli steroidi anabolizzanti stessero trovando la loro strada nelle palestre negli anni 50/60 non è una coincidenza.

Raggiungere muscoli più grossi, con una percentuale di grasso più bassa, divenne lo scopo principale, a discapito di tutto, salute compresa.

In questi anni, anche se il doping era presente, gareggiavano atleti che al giorno d’oggi, sarebbero considerati Natural, e mi riferisco a Frank Zane, Serge Nubret; finché non arrivò un britannico classe 1960: Dorian Yates.

Dorian Yates stabilì un nuovo standard, un nuovo campione da emulare, da seguire. Era uno dei primi campioni definiti Freak o mostri massa!

Purtroppo le competizioni premiavano i mostri di massa, e molti atleti, anche se dotati di una genetica meno favorevole, si buttarono nell’uso massiccio di sostanze dopanti per diventare anche loro dei mostri di massa.

Uno studio del 2014 ha esaminato una connessione tra gli steroidi anabolizzanti e la funzione cardiovascolare. I risultati suggeriscono che gli utilizzatori di steroidi pesanti hanno maggiori probabilità di avere una funzione cardiaca irregolare ed un tasso di mortalità più elevato rispetto agli atleti natural.

Un rapporto del 2012 dell’American Journal of Cardiology ha esaminato circa 50 diversi studi che esaminano gli effetti degli steroidi anabolizzanti e la funzione cardiovascolare / metabolica. È arrivato ad una conclusione: l’uso di steroidi prima o poi porta a morte precoce per infarto.

Un altro studio del Journal of American Society of Nephrology ha esaminato la prevalenza della malattia renale tra i bodybuilder che usano steroidi da oltre due anni e ha riscontrato segni di malattia nella maggior parte degli atleti, alcuni dei quali irreversibili e irreparabili.

Nel 2014, la Public Library of Science ha pubblicato un rapporto che esamina il tasso di mortalità tra i wrestler professionisti in attività. I dati che sono stati raccolti dal 1985 al 2011 hanno dimostrato che i wrestler hanno una probabilità di morire, prima dei 40 anni, di 5 volte superiore rispetto ad una persona normale.

La lista di campioni deceduti prima del tempo è purtroppo lunga:

  • Mike Matarazzo: Bodybuilder professionista IFBB dal 1992 al 2001, è morto per un attacco al cuore nel 2014 a soli 47 anni.
  • Dan Puckett: 1 ° posto 2006 NPC Collegiate National Heavyweight. Morto per insufficienza cardiaca nel 2007 a 22 anni.
  • Scott Klein: quattro volte concorrente NPC dei pesi massimi (1995 e 1997), morto per insufficienza renale nel 2003 a 30 anni.
  • Andreas Munzer: 13 piazzamenti tra i primi cinque dal 1986-96. Considerato un “pioniere” nell’uso dei diuretici per un look super definito. Morto per insufficienza di molti organi nel 1996 a 32 anni.
  • Daniele Seccarecci: concorrente IFBB dal 2007 al 2013. Titolare del record mondiale Guinness 2010 per “bodybuilder competitivo più pesante” a 297 libbre. Morto per attacco di cuore nel 2013 a soli 33 anni.
  • Art Atwood: Professionista IFBB dal 2002 al 2004, morto per attacco di cuore nel 2011 a 37 anni.
  • Nasser El Sonbaty: Campione di BB, vincitore di molte competizioni di livello mondiale, morto per complicazioni per insufficienza cardiaca e renale nel 2014 a 47 anni.

Ci fermiamo qui, per non ridurre questo articolo ad un necrologio.

Purtroppo sappiamo che il buisness comanda la stragrande maggioranza di tutto ciò che c’è al mondo odierno compreso lo sport.

Oggi coloro i quali danno un impronta di sport, visto come sano allenamento, dieta e sana competizione che porta a raggiungere il limiite che la propria genetica concede, penso possa essere di nicchia.

Il doping è per i falliti, cercate di ottenere il meglio di voi stessi, con il sacrificio, sudore, abnegazione, determinazione e tempo. Cercate di raggiungere il massimo degli anni che la vostra vita potrà garantirvi.

Perché morire a 40 anni?

Allenatevi in maniera natural sempre, cercando un nuovo obiettivo, quello di raggiungere il massimo dei vostri anni conservando una certa forma fisica grazie ad alimentazione ed allenamento. Noi saremo qui a supportarvi, sempre e comunque!

La vita è bella e va vissuta al meglio e non per morire prima del tempo.

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