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Addestramento Antiterrorismo della Polizia degli Stati Uniti d’America

Nuvole di gas lacrimogeno, folate di proiettili, attrezzature all’avanguardia, armi sofisticate sono le immagini dei poliziotti in assetto militare, dislocati in varie zone degli Stati Uniti D’America, che hanno riacceso le preoccupazioni circa la militarizzazione delle città, in applicazione della legge nazionale degli Stati Uniti sulla sicurezza.

Ma c’è stato un altro, non poco discusso cambiamento nella formazione delle forze di polizia americane dopo gli attacchi dell’11 settembre: Almeno 300 poliziotti di alto livello da New York a Orange County e Oakland, in California hanno viaggiato in Israele per partecipare a seminari sull’antiterrorismo, finanziati con fondi privati.

La situazione negli Stati Uniti sono nettamente cambiate da quel maledetto giorno. Un paese Re della Sicurezza è diventato improvvisamente il Re dell’insicurezza. Gli attentati dell’11 settembre 2001 sono stati una serie di quattro attacchi suicidi che causarono la morte di quasi 3.000 persone, organizzati e realizzati da un gruppo di terroristi aderenti ad al-Qāʿida contro obiettivi civili e militari nel territorio degli Stati Uniti d’America, spesso citati dall’opinione pubblica come i più gravi attentati terroristici dell’età contemporanea

Quindi, visti i fatti accaduti, questi viaggi in Israele si sono resi necessari, perché questo paese è il migliore al mondo (non per vanto, ma per sopravvivenza) per quanto riguarda :

  • approccio
  • misure di intervento
  • misure di sicurezza contro il terrorismo di natura islamica.

Oggi la Polizia Americana sembra una replica della Polizia Israeliana, in quanto in ogni manifestazione, ritenuta a rischio, c’è sempre una o più squadre SWAT pronte all’intervento per l’eventuale ingaggio a fuoco, nonchè un enorme dispiegamento di forze a volte con numeri spropositati. Negli U.S.A. non si bada a spese, in quanto non c’è $ che tenga contro un disastro epocale come quello dell’11 Settembre. Questa data ha cambiato il modo di vivere non solo negli Stati Uniti d’America, ma in tutto il mondo “occidentalizzato”.

Il nuovo programma di difesa interna statunitense è iniziato meno di un anno dopo l’11 settembre quando l’Istituto ebraico ha portato 9 agenti di polizia americani in Israele per incontrare Uzi Landau, ministro della pubblica sicurezza di Israele in quel momento. I partecipanti rappresentavano i dipartimenti di polizia di New York e Los Angeles.

Gli argomenti trattati hanno incluso:

  1. la prevenzione e la risposta agli attacchi terroristici e attentati suicidi
  2. evoluzione delle operazioni terroristiche
  3. tattiche d’intervento
  4. sicurezza per le infrastrutture di transito
  5. condivisione delle informazioni

Il capo della Polizia di Stato del Maine, il Colonnello Robert Williams, ha fatto parte di un viaggio sponsorizzato dalla Anti-Defamation League all’inizio del 2013. In questa occasione ha osservato come la polizia israeliana, con decenni di esperienze nel trattare le proteste,  era in grado di reprimere manifestazioni ad alto rischio con ripercussioni sull’ordine pubblico. Non solo antiterrorismo quindi, ma anche antiterrorismo sommato all’ordine pubblico. Questo ha accellerato la militarizzazione delle forze di polizia americane che è frutto di una serie di misure adottate da tre dipartimenti federali distinti:

  1. Il “Programma 1033” del Dipartimento della Difesa (DoD),
  2. i “Grants” del Dipartimento dell’Homeland Security (DHS) ed
  3. il “Edward Bryne Memorial Assistance Grant Program” del Dipartimento di Giustizia (DoJ)

Tutti più o meno manifestamente indirizzati al potenziamento delle forze di pubblica sicurezza locali e dei singoli Stati mediante equipaggiamento militare in surplus.

“Gli aspetti più sintomatici di questa militarizzazione sono l’abuso di squadre SWAT, flashbangs e veicoli Blindati. I team SWAT (Special Weapons and Tactics), creati a partire dal 1964 per gestire situazioni delicate quali operazioni anti-terrorismo, salvataggio di ostaggi, irruzioni ed attività antisommossa, sono unità d’elite e quindi disponibili ed impiegabili con parsimonia. Dal 26% di città – tra i 25.000-50.000 abitanti – dotate di squadre SWAT nel 1984, si è arrivati all’80% del 2005 e la diffusione continua.”

Tutte queste situazioni hanno modificato l’assetto, l’atteggiamento e l’addestramento della Polizia Americana la quale ha assunto più uomini e fatto partecipare all discorso sicurezza anche privati, come le nostre guardie giurate italiane. La situazione è migliorata? O ci sono stati dei problemi?

C’è da dire che l’Israele è un paese in guerra da oltre 30 anni. In Israele, “nella maggior parte dei casi, si stanno vedendo manifestazioni che iniziano con il lancio di sassi e terminano con:

  • lancio di gas lacrimogeni
  • utilizzo di proiettili di gomma non letali
  • lancio balistico di sostanze urticanti

C’è da dire che in Israele lo Stato è con la Polizia al 100%, in quanto se così non fosse, soccomberebbe in pochi anni agli attentati terroristici. Nel senso che la Polizia Israeliana è di maniere spiccie, molto pragmatica e quindi a volte, se le persone non sono collaborative, viene applicata molta forza e coercizione. L’israele è da oltre 30 anni in balia di attentati terroristici e quindi una certa “premura” e “previdenza” della locale Polizia è anche da capire.

L’Uso di munizioni Non letali per il controllo della folla ha ricevuto l’attenzione internazionale nel 2009, quando l’attivista americano Tristan Anderson è stato colpito in faccia con una candelotto lacrimogeno ad alta velocità, durante una manifestazione in Cisgiordania contro muro di confine di Israele. Nell’occasione il cranio del giornalista è stato frantumato, lasciandolo in un coma per mesi. 

In questi 14 anni le cose negli Stati Uniti sono cambiate, c’è più coercizione, è venuta meno la sicurezza e purtroppo questo è quello che vogliono i terroristi e cioé creare instabilità, insicurezza collettiva e paura. Le Forze di Polizia sentendosi in scacco a volte possono avere reazioni spropositate cambiando i scenari non più urbani ma di guerriglia urbana. Come l’uccisione di Michael Brown.

L’uccisione di Michael Brown a Ferguson, Missouri (9 agosto 2014) ha scatenato un’ondata di violenze e disordini che hanno coinvolto comunità afroamericane, dipartimenti di polizia e compagnie di sicurezza private in tutti gli Stati Uniti. Le ripetute uccisioni di afroamericani hanno sollevato riflessioni, critiche e perplessità sulle peculiarità del law enforcement d’oltreoceano.

Se risulta ormai palese e perseverante l’accanimento razziale di una parte delle forze di pubblica sicurezza a stelle e strisce, si stanno facendo sempre più evidenti altri due fenomeni:

  1. la loro privatizzazione e …
  2. militarizzazione.

Aggiungiamo che negli Usa, inoltre, le procedure delle forze dell’ordine per il fermo delle vetture impongono passaggi ben precisi:

  1. l’intimazione all’automobilista di accostare l’auto
  2. non scendere dall’abitacolo
  3. tenere le mani immobili sul volante

Elementi precauzionali del tutto sconosciuti in Italia (dove ancora casco e cintura di sicurezza sono visti come un obbligo e non come un salva vita delle persone) che tuttavia riflettono una realtà profondamente diversa. Negli Usa c’è una precauzionalità molto più diffusa che altrove, che a volte rischia però di sconfinare nel pregiudizio.

In circostanze ambigue può bastare una mano in tasca per fare aprire il fuoco, ma in taluni casi non è chiaro se gli agenti hanno davvero motivo di sentirsi in pericolo, oppure se sono eccessivamente stressati dalle situazioni. In conclusione? La situazione non è semplice, nel senso che è chiaro che l’addestramento della Polizia Americana si sia elevato e adeguato a contesti di guerriglia urbana di stampo militare, ma è chiaro che usi spropositati della forza possano accadere. In Italia guardiamo sempre gli altri,  gli Americani, gli Israeliani, i Tedeschi quando abbiamo alcuni dei migliori corpi speciali di polizia al mondo come :

  • NOCS POLIZIA DI STATO
  • GIS DEI CARABINIERI

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