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SUPERALLENAMENTO: COS’È E LE 6 CAUSE PRINCIPALI CHE LO PROVOCANO

IL RIMEDIO AL SUPERALLENAMENTO SI PENSA SIA IL RIPOSO FORZATO: SÌ MA ATTENTI AGLI EFFETTI COLLATERALI

Il “superallenamento” o “overtraining” è una condizione che di solito si accompagna a uno stato di sovraffaticamento fisico e mentale dovuto alla scarsa capacità dell’organismo, in tali circostanze, di produrre adattamenti e risposte adeguate al carico complessivo dell’allenamento.

In condizioni normali lo stato di fatica che si avverte durante e dopo l’allenamento viene recuperato in un tempo relativamente breve, se il carico somministrato non è particolarmente intenso o se è un carico al quale il soggetto è già abituato.

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In presenza di carichi di una certa intensità, l’affaticamento comporta dei tempi di recupero più lunghi che vanno dalle 24 alle 48 ore; generalmente, passato tale periodo, la situazione torna gradualmente alla normalità. L’affaticamento è quindi un processo naturale e fisiologico se i carichi somministrati per l’allenamento risultano adeguati alle capacità di adattamento dell’individuo.

Non sempre ci si allena con la dovuta correttezza, e talvolta vengono trascurate quelle regole fondamentali che sono alla base di una razionale strutturazione dell’allenamento. Infatti, un errato dosaggio dei carichi di allenamento, considerato tra i pricipali fattori in grado di provocare lo stato di superallenamento, nuove tanto all’atleta esperto (poiché diminuisce le sue capacità di prestazione) quanto al principiante (che non è in grado di realizzare gradualmente gli adattamenti previsti al lavoro).

ALCUNI FRA I PRINCIPALI FATTORI IN GRADO DI COMPROMETTERE UN FAVOREVOLE ADATTAMENTO AL CARICO DI LAVORO

  1. Errata utilizzazione dei tempi di recupero, in relazione all’intensità dell’allenamento e alle capacità del praticante
  2. Carichi di lavoro eccessivi
  3. Allenamenti intensi, complessi e frequenti
  4. Rapido aumento dei carichi di lavoro senza un graduale e progressivo tempo di adattamento
  5. Eccessivo numero di competizioni ravvicinate nel tempo (nella pratica sportiva agonistica)
  6. Monotonia e ripetitività delle esercitazioni

Si aggiungono, infine, tutte quelle situazioni relative a uno stile di vita non proprio salutare dovuto ad abitudini non troppo corrette (stato di salute generale, tipo di alimentazione, qualità del riposo, condizioni e impegni lavorativi, ambiente familiare e sociale, ecc.).

Se siete preoccupati della vostra forma fisica e del vostro rendimento atletico, la prima cosa da fare è saper distinguere uno stato di fatica normale e temporaneo da uno stato di affaticamento permanente. Quando si è molto stanchi e si ha un calo nella prestazione, si può permanere in tale condizione più o meno a lungo.

Gli episodi di insonnia costituiscono segnali importanti di una condizione di particolare affaticamento: in caso di superallenamento (o di sedute di lavoro particolarmente impegnative), diventano continui e non rappresentano più episodi isolati, come invece accade in stati di affaticamento temporaneo.

Inoltre, si possono riscontrare inappetenza, difficoltà di concentrazione, sbalzi di umore e aumento dell’eccitabilità nervosa.

Se sopraggiungono alcuni di questi sintomi è bene che riduciate un poco il carico di allenamento dedicandovi ad attività più rilassanti che favoriscano il recupero psicofisicoDrastiche riduzioni o riposo forzato potrebbero infatti causare ulteriori problemi dovuti alla “sindrome di privazione di esercizio”.

Tale sintomatologia consiste in una reazione neurofisiologica dell’organismo che, a fronte della ridotta quantità di alcune sostanze a “effetto antidepressivo” (catecolamine ed endorfine in particolare) che si producono durante e dopo lo svolgimento di un esercizio fisico, è in grado di modificare l’equilibrio organico attraverso un’alterazione del processo di termoregolazione e del meccanismo di regolazione dell’appetito e dell’umore.

Buon allenamento (usando il cervello) da ABC.

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