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L’Allenamento del Gladiatore

Nelle ossa dei gladiatori è stata rilevata una quantità di stronzio molto superiore rispetto alla popolazione coeva. Un suggerimento per spiegare questa anomalia arriva dalla Naturalis Historia di Plinio il Vecchio che riporta la notizia che un tonico a base di cenere aveva un ruolo chiave nella vita dei gladiatori.

Il team viennese è arrivato alla conclusione che i gladiatori di Efeso assumessero una bevanda a base di cenere di legna per fortificare il corpo dopo intensi sforzi fisici e per preservare la salute delle ossa. Fabian Kanz, scienziato del Department of Forensic Medicine di Vienna, ha fatto notare come anche al giorno d’oggi molti atleti assumano pastiglie di magnesio e calcio dopo dure sessioni di allenamento.

I gladiatori probabilmente assumevano bevande alla cenere dopo i combattimenti o le sedute d’addestramento

Inoltre sembra che i gladiatori si nutrissero prevalentemente di orzo e altri prodotti similari, con una dieta simile all’odierna vegetariana.

I gladiatori non si allenavano nei sotterranei del Colosseo ma appunto in apposite palestre dette ludi, sparse un pò per tutto l’Impero. A Roma ve ne erano diverse, la più famosa delle quali è quella costruita a fianco del Colosseo, chiamata Ludus Magnus: è lì che abitavano, si addestravano, vivevano i gladiatori destinati agli spettacoli.

Non è vero poi che solo gli schiavi erano destinati all’arena: anche i liberi cittadini romani potevano scegliere, per svariati motivi di natura personale, di far parte del circo gladiatorio.

Nel Satyricon Petronio riporta questo giuramento che i liberi cittadini facevano nelle mani di un tribuno della plebe, una volta scelta la vita gladiatoria: “Prestammo giuramento che ci saremmo lasciati bruciare, incatenare, percuotere e trafiggere a morte al solo suo ordine. Come gladiatori regolarmente ingaggiati noi votammo completamente al nostro padrone il corpo e l’anima”.

L’allenamento era sopratutto marziale, ovvero atto all’apprendimento dei vari strumenti di offesa che sarebbero stati poi usati nelle arene:

  • i doctores erano i maestri d’armi che all’interno delle caserme insegnavano l’uso delle diverse tecniche gladiatorie.
  • In base alla cernita che faceva il lanista (caratteristiche fisiche e psicologiche del futuro gladiatore) si veniva addestrati ad essere un mirmillone od un oplomaco od un trace od un retiarius (il combattente che usa la rete ed il tridente) od un secutor (gladiatore pesantemente armato, per il quale la prestanza fisica di partenza era condizione necessaria).
  • i gladiatori non erano pancrazisti o lottatori, non partecipavano ai giochi di Olimpia, ma dovevano ammazzare e non essere ammazzati nell’arena (la maggior parte di loro moriva il primo anno dopo l’addestramento; l’età media dei gladiatori andava dai 24 ai 30 anni: morivano giovanissimi).
  • Più che di rafforzare i muscoli (in senso “culturistico”), ci si preoccupava di restare in vita, di apprendere al meglio cioè quelle tecniche marziali che gli avrebbero potuto salvare la pelle: combattevano usando armi
  • un gladiatore leggero ma bravo nel suo mestiere poteva tranquillamente ferire a morte un avversario più robusto e muscoloso.
  • Trattandosi di maneggiare armi, per il gladiatore più che la forza è importante la tecnica.

Come accennato prima anche l’alimentazione rivestiva un ruolo fondamentale: serviva energia per sostenere i combattimenti e per renderli sempre più spettacolari. Dunque cibi energetici (le fonti riportano il nome di un alimento chiamato sagina a base di orzo, forse una minestra) e robuste mangiate, certo più nutrienti di quelle che toccava alla comune plebe romana. Molti massaggi a base di olii per tonificare il corpo e cure specifiche dei medici addetti alle caserme gladiatorie.

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