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Le leve nello sport

Tutti conosciamo le leve.

Si può produrre una grande forza esercitando una forza posta a notevole distanza dal punto di applicazione. La quantità chiave è il prodotto della forza esercitata e della distanza dal fulcro, il punto di cui è possibile l’equilibrio.

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Nelle foto in corpo all’articolo si vedono i tipi diversi di leva e l’equilibrio della forza che comportano.

La cosiddetta LEVA DI PRIMO GENERE

ha un carico applicato a un lato del fulcro e la forza verso il basso necessaria a bilanciarlo è esercitata sull’altro lato. Se è applicata alla stessa distanza dal fulcro del carico, dovrà equagliare il peso del carico per essere bilanciata, mentre se è applicata a una distanza dal fulcro maggiore del carico, sarà più piccola.

L’equilibrio si ottiene quando il prodotto della forza del carico per la distanza dal fulcro è lo stesso da entrambi i lati. Questo tipo di leva ci è familiare. Se vi sedete su un’altalena con qualcuno che pesa come voi, alla stessa distanza dal centro, otterrete questo tipo di equilibrio.

La LEVA DI SECONDO GENERE è diversa.

La forza è applicata più lontano del carico dal fulcro, dallo stesso lato di quest’ultimo e nella direzione opposta. Se qualcuno si siede su un lato di un’altalena e voi cercate di sollevarlo alzandogli il sedile da dietro, usate questo tipo di leva.

Infine, nella LEVA DI TERZO GENERE si invertono le posizioni del carico e della forza e si cerca di sollevare un carico che è più lontano dal fulcro, un’impresa decisamente più ardua.

                                         LE LEVE NEGLI SPORT

Si osserva l’uso di queste tre varietà di leva in tutto il programma sportivo olimpico e nei programmi di allenamento degli atleti. Se facciamo dei piegamenti sulle braccia, funzioniamo come leve di secondo genere:

  1. le dita dei piedi sono il fulcro,
  2. il peso corporeo è il carico
  3. e usiamo i muscoli delle braccia per esercitare una forza verso l’alto che lo vinca.
  • Se, da seduti, teniamo un bilanciere col braccio teso prima di piegare il braccio e avvicinarci il peso al petto, funzioniamo come una leva di terzo genere.
  • Se flettiamo il torso avanti da supini mentre qualcuno ci tiene fermi i piedi, funzioniamo ancora una volta come una leva di terzo genere. I vogatori usano i remi come leve di primo genere, nelle quali lo scalmo è il fulcro durante il movimento delle pale nell’acqua.

Le applicazioni più interessanti (e dolorose) del principio della leva sono quelle delle gare di lotta libera, lotta greco-romana, submission grappling e in misura minore in tutte le altre arti marziali.

Ad esempio la lotta olimpica non va confusa con il wrestling televisivo, quello, per intenderci, che ha visto nel ruolo di star lottatori come Dark Destroyer, Giant Haystacks e altri noti intrattenitori del ring: è una battaglia molto più lenta e tattica, nella quale i protagonisti cercano di fare una delle cinque mosse consentite (proiezione, atterramento, schienamento, ribaltamento e controllo) o una fuga.

Alle Olimpiadi sono rappresentate la lotta libera e la lotta greco-romana, che hanno regole diverse. Nella lotta greco-romana non si può afferrare l’avversario al di sotto dei fianchi e non si può colpirlo con le gambe. Anche nella lotta libera vi sono limitazioni sulle prese, ma è consentito usare o afferrare le gambe ed effettuare prese al di sotto dei fianchi.

In tutte queste gare, le prese più efficaci sono considerate quelle in cui si utilizza le leva di secondo genere.

Le prese che ricorrono alla leva di terzo genere son le meno efficaci e quelle che si servono della leva di primo genere si collocano in posizione intermedia.

Quando guardate le varie gare di forza dello spettro sportivo, dovreste riuscire a individuare il tipo di leva che gli atleti utlilizzano mentre cercano di spostare pesi inanimati o avversari in carne ed ossa sfruttando saggiamente un fulcro, la loro notevole potenza e la loro capacità di equlibrio.

Buon allenamento da ABC

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