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Perché dobbiamo mangiare salato?

Il sale è un alimento di così largo ed universale consumo che non conosce confronti fra i condimenti usati nell’alimentazione umana. Anche la sua storia è antichissima e talvolta ha condizionato l’evoluzione socio-politica di vari popoli che preferivano località marine per il loro insediamento.

BREVE STORIA SUL SALE

Le sue proprietà antiputrefattive, preservatrici dalla corruzione gli fecero assumere la simbologia ricorrente di elemento purificatore dal peccato e dalle forze del male.

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I Romani all’ottavo giorno dalla nascita, passavano sulle labbra del neonato un pezzetto di sale allo scopo di allontanare gli artefici degli spiriti malefici. Per le sue qualità di condimento divenne il simbolo della sapienza e della verità.

È noto a tutti l’incitamento di Cristo ai discepoli che dovevano essere “il sale della terra” per propagare la buona novella; “se il sale diventa insipido con che cosa si salerà?” prosegue Cristo.

Presso gli Ebrei infatti il sale significava gioia, unione di coloro che mangiano alla stessa tavola con sentimenti fraterni. La via salaria testimonia ancora l’importanza che i Romani attribuivano al sale.

Già usata dai Sabini per procurarsi il sale, fu risistemata e prolungata da Augusto fino all’Adriatico per lo stesso scopo. Il “salarium” era la paga del soldato Romano che avveniva in natura, tutt’ora chiamiamo la paga il salario.

E forse dall’antica tradizione Romana deriva il rito di porre sulle labbra del fanciullo un pizzico di sale mentre, in occasione del battesimo, il sacerdote cattolico pronuncia la formula “accipe sal sapientiae”, significando che la sapienza deve dare sapore all’esistenza umana.

Nonostante la sua storia e le tradizioni sappiamo bene che bisogna moderarsi con il consumo di sale in cucina.

L’abuso di sale raffinato può provocare:

  1. emicranie
  2. gengiviti
  3. infiammazioni gastro-intestinali, queste sono le conseguenze più immediate, che poi si accompagnano ad altre innumerevoli patologie ben più gravi.

Inoltre è ben noto che il sale trattiene l’acqua nei tessuti, ciò che, oltre a provocare un aumento di peso, impedisce l’espulsione di numerose tossine che si accumulano con l’acqua nei tessuti; questi diventano più flaccidi, ipotonici e predisposti alla cellulite.

Abbiamo parlato spesso dei suoi effetti negativi, ma la domanda è: perchè abbiamo così bisogno di mangiare salato?

PERCHÈ MANGIAMO SALATO?

Il gusto del salato, come il dolce, pur essendo determinato da un bisogno fisiologico, è anche fortemente influenzato da esigenze psicologiche di adattamento progressivo del gusto stesso, che fondano le proprie origini nei tempi più antichi, fornendo delle vere e proprie tradizioni culinarie che si tramandano spontaneamente, suggerendo scelte e richieste.

Alcuni studi hanno rivelato, in particolare per il sale e per i cibi salati, sindromi di dipendenza psicologica, come se si trattasse quasi di una vera e propria droga.

Ma alla base di un eccessivo consumo di sale sembrano esserci molteplici cause che hanno avuto le relative spiegazioni. Una di esse è in diretto rapporto con le moderne tecniche di coltivazione di molti prodotti. Quando gli alimenti arrivano sulle nostre tavole sono stati depauperati dei preziosi sali minerali proprio a motivo delle varie fasi di manipolazione.

Infatti i trattamenti chimici delle colture impoveriscono i terreni di oligo-elementi naturali, in particolare di magnesio; inoltre la conservazione degli alimenti ottiene risultati analoghi. Infine l’uso di cibi prevalentemente cotti determina ulteriori ingenti perdite. Molti cibi che ingeriamo sono gustosi e di bell’aspetto ma poveri di vitamine e oligoelementi.

Insomma, è il nostro abituale modo di nutrirci ad innescare questa “fame di sale” per cui la nostra maggior richiesta tende a sopperire alle privazioni di oligo-elementi con l’assunzione del sale che abbiamo a disposizione, cioè il sale da cucina, cloruro di sodio puro.Il sale bianco che troviamo in commercio è infatti salgemma oppure sale marino raffinato, privato cioè di tutti quegli oligo-elementi che accompagnano il suo stato naturale.

L’esperienza prova che quando si sostituisce il sale marino integrale al sale raffinato e si consumano alimenti integrali, il bisogno quantitativo decresce gradualmente.

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