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Alla ricerca dell’Arte Marziale completa

Una domanda che si fanno in tanti è questa: qual è il metodo migliore, il più completo che soddisfi tutti i nostri bisogni di sicurezza e protezione?

Sono sicuro che appena avete letto la domanda sopra avete pensato subito: “cosa vuoi che risponda un insegnante di Wing Chun”? La risposta che uno si aspetta sembra essere scontata. In realtà a mio avviso non ha molto senso, sarebbe invece più giusto formularla così: “qual è il MARZIALISTA (ovvero la persona, l’individuo che pratica arti marziali) più completo?”.

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“Sistema migliore” in che senso?

Inteso come “sistema di combattimento migliore per difendere se stessi” da un’aggressione (anche multipla) quindi “completo“, cioè adatto a tutte le situazioni (in piedi a terra, saper anche trattare prese placcaggi costrizioni perdite di equilibrio) e in grado non solo di “annientare” l’aggressore ma controllarlo e moderare l’azione di difesa (cioè in grado di renderla proporzionale all’offesa); inoltre adatto anche a chi fa una particolare professione dove nella quale deve poter riuscire a neutralizzare il soggetto pericoloso limitando i danni (soft-control, leggera immobilizzazione) come poliziotti, guardie giurate e buttafuori.

Sapete quante volte nella mia carriera di insegnante mi è venuta posta questa domanda? Tantissime volte e per via delle mie convinzioni dell’epoca la mia risposta naturalmente era: “il Wing Chun è sicuramente una delle Arti Marziali più complete!”; poi diventando più esperto, confrontadomi con altri e praticando con profitto cross training ho aperto gli occhi, ed ho cominciato a comprendere quanto fosse insensata la domanda; quindi davanti alla questione postami per non essere scortese oppure per rispondere senza dilungarmi troppo, la mia risposta era: “cosa ti aspetti che risponda un insegnante di Wing Chun? Che è il Karate o la Muay Thai? E se domani lo chiedi ad uno che pratica Aikido secondo te ti risponde uguale a me? E poi, secondo te dei due chi ha ragione?”; così con un sorriso ed un pò di ironia rispondevo rendendo l’idea, cioè che la domanda era semplicemente stupida.

Prima di tutto un’arte marziale/sport di combattimento deve adattarsi al soggetto, non il contrario

Ad esempio la Boxe Thailandese potrebbe essere efficacissima per Gianni e magari no per Serena, proprio per le loro differenze morfologiche e caratteriali. Magari Gianni ha una tibia d’acciaio e un’alta sopportazione del dolore mentre Serena non è proprio adatta a neutralizzare un avversario per mezzo di un clinch.
Quindi prima di tutto Serena e Gianni che hanno poco tempo a disposizione si concentrano sulla loro Arte che è più adatta alle loro attitudini. 

Quindi un’arte marziale che risponda a tutte le esigenze per una difesa personale non esiste?

Io ti dico a questo punto che sono tutte valide e nessuna ti da la certezza! Semplicemente non esiste un sistema migliore di un altro…
Sapersi difendere risponde ad uno dei bisogni primari dell’uomo, e un metodo ti può dare dei mezzi (delle tecniche), ma quello che alla fine fa la differenza è l’atteggiamento mentale di fronte al pericolo, è la capacità intrinseca di controllare la propria mente e le proprie emozioni  e la maggiorparte del loro repertorio ha tecniche per fini puramente coreografici, belle ma lontane dalla realtà.

Ma allora perchè si chiamano “marziali”?

Anticamente sono nate tutte per combattere, per vincere guerre, duelli, ma oggi le scarse esigenze e l’assenza di prove sul campo le hanno impoverite, cambiate, le hanno rese non più adatte allo scopo.

Chiaramente, per lo scopo sono sicuramente migliori di Zumbafitness o danza classica, perchè ti danno autocontrollo, timing, linguaggio del corpo e strategia ma a a volte sono talmente complesse da risultare inefficaci.
Oggi in molte palestre (anche nella mia!) si praticano più di una disciplina: si cerca la completezza ma in realtà questa virtù tanto ricercata è solo un’ideale, un lontano obiettivo.

Un’obiettivo personale io direi. Una scuola seria di difesa personale, che fa il suo lavoro con coscienza ma anche con responsabilità ti può aiutare tecnicamente, ti aiuta a capire i limiti sia umani che individuali, ti indica la strada da seguire per lo scopo. Purtroppo oggi tanti slogan di arti marziali tradizionali enunciano la stessa tiritera (“è la più completa”, “è per l’autodifesa totale”, “sfrutta la forza dell’avversario” ecc..) per il semplice fatto che la maggiorparte delle persone vuole questo, dice alla gente quello che si vuole sentire dire ma in realtà hanno nella maggiorparte del loro repertorio tecniche per fini puramente coreografici, belle ma lontane dalla realtà.

In breve i punti da ricercare per una “completezza marziale”

1) poche tecniche semplici ma efficaci, cioè un comun denominatore tecnico

2) se non è agonistico ci deve essere almeno il contatto (ricercato anche con lavoro di sparring)

3) deve comprendere lavoro in piedi e a terra

4) deve comprendere anche un lavoro di strategia (più avversari, di posizionamento, gestione dello spazio in comune)

5) ci deve essere uno studio con armi (contundenti, da taglio, e perchè no conoscere anche quelle da fuoco)

6) atteggiamento “open mind”: disposizione a “macellare vacche sacre” e integrare anche con sistemi diversi dal vostro

Buon Allenamento

Sifu Sandro

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